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Maersk investe un miliardo nell’e-commerce

Maersk investe un miliardo nell’e-commerce

È la contromossa degli armatori per contrastare Amazon.

Genova – È pur vero che al momento, con i bilanci che macinano utili incredibili, un miliardo di dollari in acquisizioni non sembra una grande cifra. E infatti lo shipping più che la cifra ragguardevole, syta analizzando gli obiettivi della mossa del colosso danese Maersk, primo a pari merito con Msc nella classifica degli armatori mondiali. Nella galassia del gruppo armatoriale sono finite due aziende di e-commerce: nel portafoglio entrano così la Visible Supply Chain Management, una società di logistica dell’e-commerce attiva negli Stati Uniti in grado di gestire 200 mila ordini al giorno e circa 200 milioni di pacchi all’anno, e la B2C Europe che fa lo stesso mestiere in Europa, con sede nei Paesi Bassi.

È la contromossa degli armatori per contrastare Amazon. Dopo pochi anni la situazione si quindi è ribaltata: il gruppo di Bezos sembrava intenzionato a mangiarsi in un sol boccone diverse compagnie di shipping. E i rumors di accordi con i principali player del settore erano sino a poco tempo fa, all’ordine del giorno. La contromossa di Maersk sembra la vendetta del settore nei confronti di chi voleva monopolizzare la logistica: «Ma è il mercato a dare questo indirizzo. In parte è una mossa per contrastare i giganti dell’e-commerce – spiega Fabrizio Vettosi, numero uno del fondo Vsl e apprezzato analista del settore -. Ma è anche il segno che l’integrazione dei carrier con la parte logistica è stata sostanzialmente completata: le compagnie di trasporto marittimo hanno comprato ferrovie, spedizioni, servizi, hanno integrato e investito anche sulla gomma. Mancava solamente l’ultimo miglio. Da tempo lo sostengo». Vettosi non è stupito e racconta che gli investitori da tempo si aspettavano la mossa: «Anche perché Amazon ha cambiato strategia: è un’azienda capital light, cioè con investimenti bassi in infrastrutture – spiega Vettosi – Fa fatica a investire 180 milioni di dollari per una nave da 20 mila teu. E poi armatori non ci si improvvisa. È vero, ha comprato alcuni aerei, ma quello è un business diverso: è più standard e un mezzo cargo costa molto meno rispetto alla nave. E poi sulla merce ad altissimo valore aggiunto è ancora insostituibile. Anche l’operatività è meno complessa rispetto alla flotta navale». Leggi tutta la notizia

Fonte: THE MEDI TELEGRAPH

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