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Addio al magazziniere tradizionale, a Novara cercasi mulettisti 4.0

Addio al magazziniere tradizionale, a Novara cercasi mulettisti 4.0

Appello delle aziende del polo logistico alle scuole professionali del territorio.

Mulettisti 4.0 cercasi. L’appello arriva dalle società di logistica del Novarese, uno dei settori più dinamici e attivi dell’economia di tutto il Piemonte Orientale, che pochi giorni fa si sono ritrovati nella sede dell’Associazione Industriali per un convegno su come crescere e avere successo nei mercati globali.  

«Oggi il cliente esige che il pacco arrivi nel giro di 24, 48 ore al massimo – ha spiegato Anna Ida Russo, presidente di Trasgo, un’azienda che a Novara conta 270 dipendenti e movimenta merci in tutto il mondo -. Per far fronte a questo ritmo è fondamentale l’ausilio dell’informatica e dell’automazione».  

Il pacchetto che arriva dalla Cina piuttosto che dagli Stati Uniti, va smistato in modo veloce e preciso, ed è qui che entra in gioco il mulettista 4.0. Niente a che vedere con il magazziniere tradizionale che si limitava a prendere pacchetti dagli scaffali, caricarli sul carrello e trasferirli sui Tir. «Oggi il mulettista deve conoscere bene l’inglese – dice Russo – perché è in contatto continuo con colleghi e trasportatori internazionali, ma anche perché tutti gli ordini vengono ormai effettuati in questa lingua che è un codice internazionale. Tutti gli operatori della logistica e del trasporto dei Paesi dell’Est parlano bene l’inglese, dai dirigenti ai camionisti, non possiamo non tenere conto di questo.Ma non basta: proprio la necessità di un’automazione molto spinta richiede che questa figura conosca la robotica, sappia gestire software complessi e quindi possegga queste competenze».  

Dovrebbe essere la scuola professionale a insegnarlo, e Russo invita gli istituti ad essere più rispondenti alle esigenze delle aziende: «La logistica è un settore che abbina due esigenze: da un lato la pratica, perché chi ci lavora deve sapere affrontare e risolvere ogni giorno problemi concreti, dall’altro una preparazione mirata». E accanto ai mulettisti 4.0 i camionisti che non solo parlano bene inglese, tedesco e francese, ma sanno usare con disinvoltura Gps e supporti telematici che permettono all’azienda di sapere in tempo reale le condizioni del viaggio, gli eventuali problemi e la possibilità di intervenire in supporto del camionista se si presentano degli ostacoli.  

Nelle aziende e nei centri di logistica c’è ormai un «cuore» che assomiglia al centro controllo della Nasa, con gli addetti che controllano il traffico di ogni veicolo in viaggio e suggeriscono al conducente il tragitto alternativo in caso di code e incidenti. Una tecnologia che, nel caso del trasporto, si deve adattare a tutti gli imprevisti. «Noi di Ups facciamo già così – precisa il marketing manager Stefano Loreti –. Nei centri metropolitani abbiamo rivoluzionato il parco veicoli: non più furgoni e camion, o comunque sempre meno, per lasciare spazio alle bicicletta a trazione assistita: con la bici elettrica il pacco arriva prima, destreggiandosi sicuro fra Ztl, sensi unici e sensi vietati».  

Fonte: LA STAMPA

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