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La Catullo (aeroporto di Verona) prende anche la concessione di Brescia e lo vota alle merci

Si crea un sistema nuovo all’interno della realtà degli aeroporti italiani. La Catullo Spa, infatti, che già gestisce lo scalo di Verona, ha ottenuto una concessione quarantennale per l’aeroporto di Brescia. Paolo Arena e Carmine Bassetti, rispettivamente presidente e direttore generale della società (partecipata al 27,727% dalla Camera di Commercio, al 21,49% dalla provincia di Trento, al 14,702% dalla provincia di Verona, al 3,11% dal sistema Brescia), hanno spiegato la Catullo Spa in questo modo «fa un salto di categoria, passando da società che gestisce una concessione per un aeroporto regionale a gestore di un sistema aeroportuale con valenza strategica». E per compiere questo salto è stata fatta una scelta precisa: quella di specializzare gli scali in funzione delle necessità del territorio. Così Verona viene prevalentemente dedicato ai passeggeri nel breve e medio termine, mentre Brescia nel breve termine si concentrerà sulle merci per poi allargarsi, nel medio, anche nei passeggeri.

Per quanto riguarda il cargo aereo, le stime parlano di un mercato italiano sui 3 milioni di tonnellate, da raggiungere in 15-20 anni. E di questi 3 milioni, almeno 1 dovrebbe essere assorbito dall’aerea padana. Tale crescita potrebbe porre problemi agli scali aeroportuali carenti di spazio, ma non a Brescia che dispone sia di spazi demaniali per svilupparsi sia di infrastrutture di accesso adeguate.

Ma già oggi sono in corso trattative con compagnie cargo asiatiche e altri investitori. L’obiettivo è di portare il traffico merci a 50.000 tonnellate nel 2013, per poi crescere fino a 84.000 tonnellate entro il 2020, quando l’equilibrio economico viene stimato intorno alle 60.000 tonnellate annue. Obiettivi in linea con lo sviluppo del mercato italiano, visto che IATA quantifica in un 4,2% il tasso medio di crescita del traffico merci fino al 2015, trainato in primo luogo dalle direttrici verso l’Asia (5,2%) e verso il Medio Oriente (5,4%).

Rispetto a tali proiezioni va evidenziato come in Italia vi sia un netto sbilanciamento tra la componente import (25%) e quella export (75%) del traffico cargo. Si tratta di un dato positivo, che colloca l’Italia subito dopo la Germania per export di merci aviotrasportate.

Ma dalla sua Brescia ha anche altre carte da giocare. è inserito all’interno della cosiddetta «Blue Banana» (la dorsale economica e demografica nell’Europa occidentale che dall’Inghilterra si spinge fino alla Pianura Padana, che pesa circa 110 milioni di persone) e dell’area padana, può operare in notturna senza interferire con aree urbane, potrà beneficiare di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie, in primis l’autostrada BRE-BE-MI entro il 2013, con cui sarà collegato in meno di 25 minuti alle aree situate ad est di Milano, dove in larga misura sono collocati i principali operatori logistici.

Per tutte queste ragioni la strategia di Brescia è di diventare parte integrante dei flussi globali di merci (e in particolare di quelli che si muovono dal Far East al Nord America via Europa, dai quali attualmente l’Italia è esclusa) e di fornire supporto logistico alle merci attualmente in “fuga” dall’Italia verso altri aeroporti europei, ma anche quelle provenienti dal Far East con destinazione Africa. Anche se dicono chiaramente i vertici della Catullo per essere sviluppato ulteriormente, Brescia Montichiari necessita di un «know how» specifico di settore che potrà essere acquisito con l’ingresso nella compagine sociale di un partner industriale .




Fonte: UOMINI E TRASPORTI

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