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Truffe alle aziende di trasporti, in ventisette a giudizio: il giro tra Nord e Sud Italia

Truffe alle aziende di trasporti, in ventisette a giudizio: il giro tra Nord e Sud Italia

Il gruppo avrebbe operato con l'utilizzo di più ditte impegnate nel trasporto per conto terzi di merci su strada.

Appropriazione indebita, minacce, sostituzione di persona, falso e truffa a danno di numerose ditte e società italiane ed estere. In ventisette finiscono a giudizio, su decisione del gup, coinvolte nell’inchiesta «Ghost Truck». L’inchiesta fu condotta dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti. Diverse posizioni sono state definite separatamente, con non luoghi a procedere e sentenze di condanna. L’operazione fu condotta in forma congiunta dai carabinieri della compagnia di Como e dalla sezione p.g. della polizia. Diverse le ditte per le quali è stato fissato il dibattimento, i cui nomi sono finiti nell’indagine partita nel 2011.

L’indagine

Secondo le accuse, il gruppo, ben «strutturato», avrebbe operato mediante l’utilizzo di più ditte impegnate nel trasporto per conto terzi di merci su strada. I mezzi utilizzati erano sempre gli stessi, ma venivano “camuffati” con targhe false o condotti tramite l’uso di false patenti. Il gruppo procacciava i vari trasporti chiamando ditte e società e aveva basi dislocate tra Napoli, Salerno e l’Agro nocerino. Le ditte interessate al trasporto venivano contattate telefonicamente o attraverso e-mail, con l’offerta di prezzi vantaggiosi e utili per accreditarsi la consegna. Le commesse, venivano ottenute attraverso l’uso illegale di nomi commerciali di ditte realmente esistenti ma di fatto ignare di quello che veniva poi prodotto a loro nome. Ricevuto l’incarico, il gruppo incaricava poi ditte di autotrasporti – ignare di quanto avveniva – alle quali venivano subappaltati i servizi. Gli associati dell’organizzazione prelevavano la merce presso le ditte committenti e la trasportavano in luoghi prestabiliti, eludendo i controlli grazie ai documenti falsi. La merce veniva poi trafugata e i mezzi venivano fatti sparire. Da qui il nome all’inchiesta “Camion fantasma”.

Fonte: SALERNOTODAY

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