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Treviso – Merci pericolose e revisioni, 10 indagati

Un intero ufficio della Motorizzazione Civile iscritto nel registro della Procura

Un intero ufficio della motorizzazione civile di Treviso sotto indagine da parte della Procura. Nel mirino della magistratura presunte irregolarità nell’ambito delle revisioni delle autobotti dedite al trasporto internazionale di merci pericolose. Sono dieci le persone indagate a vario titolo, dai dirigenti agli impiegati dell’ufficio. Le ipotesi di reato sono di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.

In tutto sono 44 gli episodi contestati dalla Procura della Repubblica di Treviso in base alle indagini condotte dai carabinieri. Domani le dieci persone indagate saranno sentite in sede di interrogatorio di garanzia. Successivamente saranno valutate eventuali sanzioni o sospensioni della loro attività lavorativa o persino misure cautelari a carico degli indagati.

Le indagini fanno riferimento a presunte irregolarità nell’ambito della certificazione “Adr” necessaria per il trasporto su strada di merci considerate pericolose. A dettare le regole in materia è un accordo internazionale siglato a Ginevra il 30 settembre 1957 e rinnovato successivamente più volte. Gas, sostanze nocive o corrosive, liquidi infiammabili, scorie radioattive: è lunga la lista delle sostanze considerate pericolose e per le quali il trasporto su strada richiede precisi accorgimenti e norme di sicurezza. Domani, come detto, gli indagati saranno interrogati per sentire la loro versione dei fatti. Ad assisterli ci sono tre avvocati: Daniele Panico, Fabio Pavone e Giovanni Zanotto. Sotto la lente della magistratura trevigiana ci sarebbero diverse revisioni con esito positivo effettuate sui mezzi autorizzati al trasporto di merci pericolose: è necessario capire se le procedure siano state rispettate o se alcune pratiche siano state “promosse” senza avere i requisiti necessari.

Una vicenda simile aveva riguardato i titolari di una autofficina accusati di aver eseguito le revisioni auto in maniera del tutto virtuale, senza neppure farsi portare il veicolo. Vecchie auto, spesso con qualche problema legato all’età a all’usura (per esempio, i fumi di scarico fuori norma), passavano tranquillamente la revisione “fantasma”: nessun controllo, ma via libera da applicare sul libretto di circolazione. Da qui l’accusa agli autori delle revisioni: abuso d’ufficio e falso ideologico. L’esecutore materiale delle revisioni era stato poi condannato a 18 mesi (pena sospesa), mentre il titolare dell’officina assolto. Leggi tutta la notizia

Fonte: LA TRIBUNA DI TREVISO

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