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A rischio il futuro dei treni intermodali dai porti

Treni per il trasporto di container potrebbero diventare antieconomici

Giancarlo Laguzzi, amministratore delegato della compagnia ferroviaria Oceanogate, contesta l’aumento delle tariffe elettriche per la trazione ferroviaria previsto dal Decreto sulla Competitività. Potrebbero rendere antieconomico il treno per il trasporto di container.

Sui binari italiani i conti non tornano e con l’aumento del costo dell’energia elettrica per il trasporto su ferro – inserito nell’articolo 29 del Decreto Legge Competitività – le imprese ferroviarie italiane rischiano di dover alzare bandiera bianca. Fra le società private scese in campo, oltre a varie associazioni di categoria, c’è anche Oceanogate, l’impresa ferroviaria del gruppo Contship Italia che offre servizi intermodali regolari tra i maggiori porti dell’Alto Adriatico (Ravenna) e del Tirreno (Genova, La Spezia e Livorno) al Nord Italia (Milano, Padova, Bologna, Rubiera, Rivalta e Dinazzano).
“Se questa norma non verrà modificata, c’è il rischio concreto che i treni attivi oggi per far arrivare e partire le merci dagli scali marittimi non siano più economicamente sostenibili ottenendo il risultato che i container viaggino solo su gomma”, ha spiegato Giancarlo Laguzzi, amministratore delegato di Oceanogate.
Nel 2013, la controllata di Contship Italia migliorato i suoi risultati finanziari (con un fatturato di circa 18 milioni di euro) e operativi (1.050.000 treni/chilometro su base annua) ma con marginalità di guadagno contenute. “Riusciamo a essere competitivi con il trasporto stradale anche su distanze inferiori ai 500 chilometri perché garantiamo servizi intermodali frequenti, regolari e con volumi elevati dai porti ai retroporti del Nord Italia”, spiega Laguzzi, precisando però che “Questi aumenti tariffari influiscono per oltre il 10% su un comparto dove il costo del servizio per treno/chilometro è oggi di circa dieci euro. L’incremento del costo dell’energia che verrà introdotto è di 1,2 euro per treno/chilometro”.
Un aumento di costi significativo per un comparto dove i margini sono tradizionalmente bassi (mediamente del 2-3% per le imprese ferroviarie private) e molte aziende sono di recente costituzione. Laguzzi evidenzia anche il fatto che “Normalmente RFI ci comunica con almeno un anno di anticipo eventuali variazioni delle tariffe della rete ferroviaria che è composta da una componente di pedaggio e dal costo dell’energia elettrica. In questo caso, gli aumenti avranno effetto già dal prossimo mese di dicembre mentre molte imprese, tra cui noi, hanno già contratti di trasporto firmati per il 2015”. Leggi tutta la notizia

Fonte: TE – TRASPORTO EUROPA

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