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Trans Lusia, il trasporto d'ortofrutta con il segno pi

Trans Lusia, il trasporto d’ortofrutta con il segno pi

Fatturato che, in questa prima parte del 2016, viaggia con una crescita del 12 per cento.

Trenta milioni di chilometri percorsi in un anno, in Italia e all’estero, per trasportare ortofrutta. E un fatturato che, in questa prima parte del 2016, viaggia con una crescita del 12 per cento. Un segno più che, nonostante le difficoltà dell’autotrasporto, strappa un sorriso a Massimo Ferrarese, presidente di Trans Lusia, consorzio di autotrasportatori comprendente 14 soci, 330 dipendenti e una flotta di 160 mezzi.

“In questo periodo stiamo lavorando molto bene – dichiara Ferrarese a Italiafruit News – e più per meriti aziendali che per l’andamento del settore. I problemi in campagna, infatti, hanno avuto il loro riflesso anche sulla nostra attività: il calo di albicocche, ciliegie e fragole lo abbiamo avvertito, e ora ci sembra che anche cocomeri e meloni abbiano i loro problemi. Il meteo ha causato diversi danni in campagna e anche noi ne subiamo indirettamente gli effetti”.

Il presidente di Trans Lusia cita poi le difficoltà delle orticole e si focalizza sulle criticità del settore trasporti e logistica. “Ci confrontiamo con un livello infrastrutturale inadeguato, cantieri che spuntano senza preavviso e ci portano ad allungare i percorsi e, ovviamente, pure i tempi. Dobbiamo giostrare le ore di guida con quelle di riposo e col traffico estivo gli autisti sono costretti a fare ore di code che compromettono determinati scarichi. Per l’azienda è uno sforzo organizzativo continuo: abbiamo dovuto assumere nuovo personale”.

Ma, visti i risultati positivi, quali sono i punti di forza di Trans Lusia? “Il sapersi adeguare a un mercato che cambia in continuazione – risponde Ferrarese – e anche alle difficoltà del momento, riuscendo ad essere competitivi grazie ad un’azienda elastica, capace di sapersi adeguare anche ai cambiamenti di orari che impone la Gdo, ai picchi di sovrapproduzione oppure alla scarsità di prodotto di determinate zone”. 

Per Trans Lusia il bacino più importante è quello del Nord Italia, con Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto. E nella terra di casa il momento non è dei migliori. “Siamo nel cuore dell’orticoltura, a Lusia – spiega Ferrarese – ma dal 2010 ad oggi c’è stato un calo continuo dei prodotti ortofrutticoli della zona e così ci siamo aperti a nuovi bacini; abbiamo una piattaforma al Mercato ortofrutticolo di Chioggia, a TrevisoVeronaBologna e Ferrara. Nella nostra sede disponiamo di un magazzino di stoccaggio refrigerato di 4.800 metri quadri, con circa 700 metri quadri di celle. Anche a Verona abbiamo due celle da 600 metri quadri. Con queste strutture offriamo un servizio logistico ai nostri clienti e abbiamo un piano di sviluppo per aumentare le rampe di scarico nella nostra sede ed ampliare il magazzino di 2.500 metri quadri”. 
“All’estero stiamo facendo un bel lavoro in Svizzera – conclude Ferrarese – e operiamo in Croazia, Slovenia, Austria e Francia”.
 
 
 
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