Roma – I dati annunciati da Joan Amoros, fondatore e Presidente di Ferrmed durante l’assemblea a Bruxelles. Tirreno Bianchi punta il dito contro la Francia.
L’Assemblea internazionale di Ferrmed, associazione continentale che riunisce i maggiori operatori del mercato continentale di porti e logistica, si é riunita a Bruxelles per aprire un confronto diretto con le istituzioni europee. Tema di quest’anno «L’impatto del commercio internazionale sulla competitività dei corridoi logistici europei». Questione centrale il traffico import/export tra Europa e Asia e gli investimenti dell’Unione Europea per i prossimi anni.
«Secondo le stime di Unctad sono 22,4 i teu movimentati attraverso il Canale di Suez – la relazione introduttiva di Joan Amoros, fondatore e Presidente di Ferrmed inquadra lo scenario – Di questi il 24% viaggia vuoto, mentre per la parte restante non si può parlare di container “pieni”: il peso raggiunge solo il 57% del traffico totale. Tutti le previsioni – spiega Amoros – parlano di un incremento fino a 37 milioni di teu per l’orizzonte del 2030. Ma i porti del Mediterraneo sono pronti a vincere la sfida della competitività con la rete infrastrutturale del Nord?»
«Oggi 7 giorni di navigazione in più rispetto ai porti del nord Adriatico costituiscono comunque un risparmio in termini industriali: é una contraddizione, ma é il primo problema di tutti gli scali del Sud Europa – spiega Paolo Costa, Presidente dell’Autorità portuale di Venezia – tra 10 anni per i nostri porti sarà determinante in termini industriali il traffico export rispetto al mercato interno. E oggi, nelle condizioni odierne, non saremmo pronti ad affrontare questo cambiamento».
Nella sua relazione presso il nuovo Centro Congressi del Porto di Bruxelles, il Ten-T Coordinator del Corridoio Mediterraneo Laurens Jan Brinkhorst ha ribadito che la priorità dell’Europa riguarderà le connessioni che guardano oltre i confini dell’Europa stessa. «La Cina é il nostro obiettivo principale. Le priorità, la volontà politiche delle istituzioni europee e soprattutto gli investimenti ci sono: dobbiamo concentrarci con i singoli Paesi sull’operatività».
L’insofferenza verso i lavori che procedono a rilento si spostano anche sulle politiche delle singole nazioni coinvolte: «Siamo preoccupati per l’orientamento assunto dal Governo francese: si parla di una tassa di scopo per finanziare la tratta francese del Corridoio 5 da Lione a Torino sul traffico pesante in entrata e in uscita dalla Francia sia sul valico alpino che addirittura su Ventimiglia- denuncia Tirreno Bianchi – Questo significherebbe che ogni camion in transito verso il porto di Genova andrebbe a finanziare un’infrastruttura diversa dal terzo valico, se non addirittura in competizione. Pagheremmo per condannarci definitivamente all’isolamento». Leggi tutta la notizia
Fonte: THE MEDI TELEGRAPH