L’industriale: ‘Su gomma ci vogliono 300 euro in più?.
Penalizzate Bridgestone, Peroni e aziende del marmo.
‘Ora ci vogliono 300 euro in più ogni volta che da Bari trasferiamo un container con la nostra merce al porto di Napoli per imbarcarlo verso l’America. ? questa la Puglia piattaforma del Mediterraneo??. A parlare è Francesco Divella, amministratore delegato dell’azienda omonima della pasta prodotta da 120 anni a Rutigliano e parlamentare di Fli. Dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, il trasporto su rotaie dei container verso e dal porto di Napoli – imbarco più conveniente dalla Puglia verso l’Occidente – è stato sospeso da Iso, società cui Trenitalia aveva affidato il servizio.
Con un enorme aggravio di costi per gli imprenditori pugliesi. Le imprese pugliesi sono obbligate ora ad assicurare i collegamenti su gomma. Con buona pace di anni di giaculatorie sulla riduzione dell’inquinamento, dell’uso dei carburanti e dell’incremento del traffico. Spiega Antonio Salomone della Asco, agenzia marittima e di trasporti intermodali nazionali ed internazionali, che segue le spedizioni per conto della Divella all’estero: ‘Fino allo scorso dicembre il servizio su rotaia era assicurato dalla Iso, società napoletana, grazie ad un accordo con Trenitalia che metteva a disposizione anche vagoni e locomotore.
Dal primo gennaio, Iso ha interrotto il servizio a causa dei continui aumenti tariffari di Trenitalia e così siamo ritornati al trasporto su gomma, con estreme difficoltà a causa prima dello sciopero degli autotrasportatori, poi delle condizioni atmosferiche e ora dello sciopero di categoria a Napoli?.
Per giunta, quel servizio veniva erogato a tappe: dallo scalo Ferruccio di Bari a Napoli Traccia era assicurato da Iso e da Napoli Traccia al Terminal Conateco c’era un’altra società partecipata da Trenitalia – la Ferport – che ora versa in cattive acque. Così, non resta che il porto di Gioia Tauro ‘le merci si imbarcano da Bari con Msc, la stessa società che organizza crociere – continua Salomone – che poi raggiunge Gioia Tauro. Ma in questo modo, oltre ai costi maggiori, si impiegano dieci giorni in più di viaggio e, capisce, che la velocità delle merci è tutto nel commercio?. Da dicembre, poi, anche la Maersk Line che aveva una linea diretta con Gioia Tauro ‘si è trasferita a Malta, così anche questa possibilità è sfumata?.
Dal porto di Taranto, invece, i container vengono imbarcati solo per l’estremo Oriente e per raggiungere i Paesi del Nord Africa si utilizza lo scalo di Salerno. Insieme alla Divella ci sono almeno una cinquantina di altre grandi aziende che soffrono la mancanza di questo vettore, a partire dalla Bridgestone (da Napoli arrivavano le materie prime), la Peroni, le industrie del marmo di Trani, il comparto del salotto e l’industria meccanica. Solo per la Divella il danno si traduce in 150 mila euro al mese, ‘noi facciamo 500 container/mese di media?, spiega l’amministratore del pastificio.
Oltre al danno passeggeri, dunque, Trenitalia (direttamente o indirettamente) somma anche quello alle aziende locali. Un tema sul quale impegnare i parlamentari pugliesi. Da apripista ha già fatto Pino Pisicchio (Api), che due settimane fa ha posto una domanda sul tema al ministro dei Trasporti nello spazio riservato al question time: ‘Il ministro Corrado Passera ha risposto che avrebbe preso in considerazione tutte le misure utili a superare, oltre al disagio passeggeri, anche la questione commerciale. Stiamo ancora aspettando?. Da Confindustria, intanto, il presidente di Bari, Michele Vinci, commenta: ‘Non ne sapevo nulla. Lo apprendo da voi, mi informo e mi attiver? immediatamente?.
Fonte: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO.IT
