Dall’analisi condotta nell’ambito della Campagna TrasporTiAmo,emerge la necessità di nuovi dati statistici che tengano conto della distinzione tra veicoli in conto proprio ed in conto terzi.
Roma, 12 giugno 2012 Il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori nell’ambito della IV Campagna sulla sicurezza stradale TrasporTiAmo rende noti i dati sull’incidentalità dei veicoli commerciali che però, a causa della mancanza di dati statistici ufficiali, non tengono conto della distinzione tra veicoli in conto proprio e veicoli conto terzi (che esercita l’attività in modo propfessionale, essendo iscritta ad un Albo). Questo impedisce una corretta valutazione del fenomeno e, di conseguenza, l’elaborazione di misure efficaci a contenerne gli effetti pi pericolosi.
L’autotrasporto italiano tra il 1991 e il 2010 ha ridotto del 46,6 il numero di vittime negli incidenti in cui è stato coinvolto scendendo – nei 20 anni considerati – da 502 a 268 deceduti. Anche gli incidenti ed i feriti sono diminuiti negli ultimi 10 anni, i primi del 17,9% (da 15.721 del 2000 ai 12.897 del 2010) i secondi dell’1,7 (dai 10.936 a 10.749).
In particolare nel 2010 sono stati coinvolti in incidenti stradali 27.346 veicoli autocarri e motocarri, pari al 6,9% del totale. Ma la statistica non distingue tra veicoli adibiti al trasporto in contro proprio e al trasporto in conto terzi, due settori i cui comportamenti sono enormemente differenti per dimensioni, carichi, localizzazioni e percorrenze.
Il trasporto in conto proprio impiega, nella maggior parte dei casi, un furgone – o un veicolo leggero – utilizzato da artigiani manutentori, su tratte di medio-breve percorrenza, prevalentemente urbane. Il trasporto in conto terzi opera invece con veicoli pesanti, su lunghe percorrenze, avvalendosi di autisti professionali ed è sottoposto a vincoli di legge e rigorosi controlli per l’accesso al mercato e alla professione, per i tempi di lavoro e di riposo, per le dimensioni e il peso dei carichi, per la regolarità e la manutenzione del veicolo.
Per meglio comprendere questo fenomeno è importante dividere in veicoli con peso al di sotto delle 3,5 tonnellate a pieno carico (leggeri), e i veicoli al di sopra di tale peso: nel 2010 il parco circolante dei veicoli commerciali era composto da quasi quattro milioni di unità (3.983.502), suddivisi, secondo i dati Aci-Istat, in 1 milione circa di veicoli leggeri e i restanti 400 mila di veicoli pesanti. Ma la gran parte dei veicoli che operano in conto terzi (il trasporto merci professionale) è concentrato nella quota al di sopra delle 3,5 tonnellate: dei 461.292 veicoli di aziende iscritte all’Albo degli autotrasportatori solo 104.261 sono i veicoli leggeri. è evidente che, anche se una parte dei veicoli pi «leggeri» (ad esempio i distributori urbani) è impiegata in attività per conto terzi, la grande maggioranza dei veicoli al di sotto delle 3,5 tonnellate di peso totale a terra è in circolazione per trasporti in conto proprio, anche se le rilevazioni statistiche non sono in grado di rilevare la differenza.
La mancata distinzione fra conto proprio e conto terzi produce anche un altro effetto – conseguente, ma non quantificabile – sulla ripartizione del numero di incidenti stradali in cui sono coinvolti veicoli commerciali in città. Le rilevazioni si limitano a conteggiare (dati Aci-Istat 2010) 211.404 sinistri in totale, di cui 160.049 (il 75,7%) su strade urbane. Analogamente, per quanto riguarda morti e feriti, la percentuale dei primi sulle strade urbane è del 43% (1.759 su 4090) e quella dei secondi è del 72,1% (218.383 su 302.735).
Ma sulle strade urbane i veicoli pi pesanti (prevalentemente utilizzati per il trasporto merci in conto terzi) spesso non possono circolare per le zone a traffico limitato, per le stesse dimensioni delle strade o per altri tipi di limitazioni. Dunque, la quota di incidenti, vittime e feriti in città, «condivisa» da tutti i veicoli commerciali, va depurata e attribuita principalmente a quelli pi leggeri, dediti prevalentemente al conto proprio e quindi non al trasporto «professionale».
L’Istat appare consapevole della necessità di una revisione delle rilevazioni in questo settore, dal momento che nel dicembre scorso ha avviato una riflessione per individuare le criticità del sistema attualmente adottato e rinnovare lo schema di raccolta dei dati, ponendo maggiore attenzione ai singoli settori del trasporto. Un’analisi statistica basata su rilevazioni pi dettagliate permetterebbe, infatti, di precisare meglio le aree di intervento per migliorare la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto merci, considerato che maggiore attenzione va rivolta al trasporto in conto proprio che, attualmente, sfugge a quei vincoli normativi e a quei controlli rigorosi cui è soggetto il trasporto professionale.
La IV Campagna per la sicurezza stradale TrasporTiAmo
La Campagna “TrasporTiAmo”, partita a febbraio 2012, ha l’obiettivo di offrire ai cittadini un coinvolgimento con il mondo dell’autotrasporto, fondato su rispetto, vicinanza e fiducia reciproca. Per questo si rivolge al grande pubblico – e non solo agli operatori del settore – puntando su uno slogan, «Guidati dalla passione», per sottolineare il mondo di valori e di responsabilità che accomuna gli autotrasportatori alla gente comune.
Le strade diventano pi sicure non solo se ci sono maggiori controlli, ma anche se in tutti gli utenti è radicato il senso del rispetto reciproco, ponendosi alla guida in stato di perfetta salute e coscienza, conoscendo leggi e regolamenti, avendo assoluta padronanza del mezzo di trasporto condotto. Da questo punto di vista l’autotrasportatore può rappresentare un esempio da imitare, assumendo un ruolo di promotore di buone pratiche anche attraverso la diffusione della cultura della strada e del valore del rispetto per la propria vita e quella altrui
Il Comitato Centrale dell’albo degli Autotrasportatori
L’Albo degli Autotrasportatori, nato con la legge 298 del 1974, rappresenta oggi 156 mila imprese di autotrasporto in conto terzi. Oltre ad impegnarsi nel suo compito istituzionale di formazione, tenuta e pubblicazione dell’ Albo Nazionale delle imprese che esercitano l’attività di trasporto merci su strada per conto di terzi, l’Albo attraverso il suo Comitato Centrale – svolge una funzione di impulso per il rilancio della categoria: formazione, certificazione di qualità, studi e ricerche statistiche, rappresentanza istituzionale, nel comune obiettivo di competitività del sistema economico nazionale e della sicurezza stradale.
Da dieci anni il Comitato Centrale promuove campagne di comunicazione e sensibilizzazione col duplice obiettivo di sfatare i luoghi comuni che troppo spesso e al di là dei dati reali connotano negativamente la categoria e di promuovere gli autotrasportatori come professionisti della sicurezza.
Fonte: KETCHUM