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Sequestrati beni per 102 milioni a BRT e Geodis

Sequestrati beni per 102 milioni a BRT e Geodis

L'inchiesta è sulla somministrazione illecita di manodopera.

Sequestrati 102 milioni alla Brt e alla Geodis di Milano e smantellata una rete dedita alla frode fiscale.

I due colossi della logistica sono stati oggetto di indagine da parte della Guardia di Finanza di Milano: sono oltre 100 i finanzieri al momento impegnati nel sequestro preventivo d’urgenza per il contro valore multimilionario.

Le indagini si sono concentrate sul fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. Diverse le perquisizioni sia fisiche che giuridiche nelle province di Milano, Bologna, Firenze, Pavia e Treviso.

Le Fiamme Gialle stanno notificando informazioni di garanzia in merito a responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della Brt e della Geodis. 

I finanzieri, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, “hanno disvelato una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte delle multinazionali, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore“.   

In particolare, ricostruendo la filiera della manodopera, è stato rilevato “che i rapporti di lavoro con le società committenti sono stati in taluni casi schermati da società filtro che a loro volta  si sono avvalse di diverse società cooperative (società serbatoio)“, si spiega nella nota della Gdf, “mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che, facendo capo a un’unica regia, si sono avvicendate nel tempo, trasferendo la manodopera dall’una all’altra, omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei  casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”. 

Dall’analisi approfondita della situazione economico-finanziaria delle società fornitrici di manodopera è emerso, inoltre, che alcune di esse “hanno effettuato indebite compensazioni di imposte con crediti fiscali inesistenti“.

Dal decreto di 47 pagine risulta indagato per frode fiscale con false fatture, per gli anni che vanno dal 2016 al 2021, il presidente Giorgio Bartolini, insieme ad un altro dirigente e alla stessa Brt per la legge sulla responsabilità amministrativa. L’azienda nel 2021 ha avuto un volume di affari di oltre 1,7 miliardi di euro.

“Nessuna tutela per i lavoratori, ‘costretti’ a passare da una cooperativa all’altra, pena la perdita del posto di lavoro”, scrive la Procura. Dagli atti emerge anche che da almeno due delle cosiddette società ‘filtro’, al centro del presunto schema illecito e che fornivano manodopera a Brt, sarebbero “transitati” oltre 3100 lavoratori, ossia “oltre il 60% della forza lavoro complessiva”.   

Il “primo beneficiario” della maxi frode, secondo il pm, oltre a Brt che “può garantirsi tariffe altamente competitive appaltando manodopera”, è Antonio Suma che “drena risorse dalle cooperative fornitrici di Brt”, attraverso Service Volt, una delle società a lui riconducibili. Suma che, tra il 2014 e il 2021, ha avuto redditi per oltre 10 milioni di euro.

Fonte: RAINEWS

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