Autostrade ferme al palo da almeno 5 anni, insoddisfacente il servizio ferroviario. Emerge dall’analisi di Unioncamere e Uniontrasporti presentata a Roma. E l’Italia resta indietro.
“Le Camere di commercio devono favorire discussioni e trovare motivazioni. Le nostre camere stanno lavorando con sagacia e intelligenza per rilanciare lo sviluppo del Paese”. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello aprendo i lavori di “InfrastruttureA credito”, una giornata di analisi sullo sviluppo infrastrutturale che si è tenuta a Roma e nel corso della quale Unioncamere ha presentato il rapporto Uniontrasporti sulle infrastrutture. L’indagine realizzata da Uniontrasporti-Unioncamere è, in sostanza, un’analisi focalizzata sulla percezione diffusa nel mondo delle imprese, dell’industria e delle professioni, in merito alla necessità di realizzare nuove opere nel Paese.
Non solo. Mette in luce la penalizzazione che il sistema economico Italia subisce a causa dei ritardi nella costruzione delle stesse e a quelle che sono avvertite come le reali priorità infrastrutturali per l’Italia. L’analisi ha fornito la base di un ricco dibattito, moderato da Oscar Giannino, al quale hanno partecipato, oltre a Dardanello, il presidente di Uniontrasporti, Paolo Odone, Lanfranco Senn, Barbara Weber, Paolo Buzzetti, Rino Canavese e Adriano Federici. Le conclusioni, invece, sono state affidate al viceministro allo Sviluppo economico e infrastrutture, Mario Ciaccia che ha sottolineato, a proposito delle infrastrutture, “il bisogno di fare di più e di superare un grado di ‘incultura’”.
Pedemontana, autostrada dei due mari e linea ferroviaria Monaco di Baviera-Verona. Queste le principali priorità indicate dagli oltre 800 imprenditori italiani che fanno parte delle giunte delle Camere di commercio, interpellati nell’ambito dell’indagine realizzata da Uniontrasporti/Unioncamere. Presentata nel corso dell’appuntamento annuale sulle infrastrutture realizzato in collaborazione con Capo Horn, l’analisi è incentrata proprio sulla percezione dell’importanza delle infrastrutture presso la comunità economica e imprenditoriale rappresentata all’interno delle Camere di commercio e sull’identificazione, da parte di chi quotidianamente si confronta con il mercato e con i problemi degli operatori economici, delle principali criticità infrastrutturali di cui soffre il Paese.
Serve un impegno economico di 73,8 miliardi di euro
Il primo segnale che scaturisce dall’ “Atlante delle priorità e delle criticità infrastrutturali”, indagine realizzata da Uniontrasporti/Unioncamere e presentata questa mattina a Roma nel corso dell’evento “InfrastruttureA credito”, è di un’inequivocabile e totale insoddisfazione – con punte di disagio massimo – per le ferrovie, di moderata soddisfazione per il sistema autostradale e di fondamentale non conoscenza per i porti. Grande insoddisfazione anche per le reti energetiche e (con un buon mix di scarsa conoscenza) per le reti telematiche, ritenute dal 64% dei contattati molto indietro rispetto agli altri paesi europei. Sintesi e filosofia dello studio sono espresse nella tabella sulle top ten, le dieci opere strategiche più importanti tra i 135 interventi infrastrutturali considerati di assoluta precedenza, che la maggior parte degli imprenditori e operatori economici “sondati” ritiene non più rinviabili. Opere che nella maggior parte dei casi sono di interesse di una macro-area e non di una singola regione.
Nella top ten occupa la prima posizione l’asse stradale pedemontano piemontese-lombardo-veneto. Al secondo posto per consensi si colloca l’autostrada dei due mari, la Orte-Ravenna, considerata opera irrinunciabile, benché non sia stata neppure licenziata ancora in modo definitivo dal Cipe. Al terzo posto l’asse ferroviario Monaco di Baviera-Verona, seguito dall’asse ferroviario (non alternativo, ma quasi, al corridoio V) fra Ventimiglia-Genova-Milano-Novara-Sempione. Al quinto posto si trova la Brebemi, l’autostrada Brescia, Bergamo, Milano, seguita dalla Asti-Cuneo, quindi dall’asse autostradale Brennero-Verona-Parma-La Spezia. Chiudono la lista la Salerno-Reggio Calabria, il corridoio stradale ionico Taranto-Sibari-Reggio e l’elettrificazione della tratta ferroviaria Aosta-Chivasso. Per realizzare almeno queste prime dieci priorità indicate dagli imprenditori è necessario un impegno economico pari a circa 73,8 miliardi di euro, che, rapportato all’intero costo del Programma delle Infrastrutture Strategiche, ne rappresenta il 20%. Allo stato attuale risultano già individuate circa la metà delle risorse, resta dunque un fabbisogno residuo di 37,9 miliardi di euro. Leggi tutta la notizia
Fonte: TELEVIDEO RAI
