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Ugg: ”I costi minimi sono vivi, ma restiamo disponibili a modificare le norme”

sono nulli soltanto i costi d'esercizio determinati dalle delibere dell'Osservatorio fino al giugno 2012

La sentenza della Corte di Giustizia europea, fortemente critica sui costi minimi, è stata per l’autotrasporto come incassare al primo minuto del primo round un uppercut che fa piegare le gambe. Prova ne sia che le prime associazioni a esprimere un commento sono state quelle della committenza, in alcuni casi peraltro in maniera molto dialogante (Confindustria e Assologistica), in altre mosse da una qualche presunzione (il direttore generale di Confetra, Piero Luzzati). Soltanto dopo, e nemmeno sempre, sono arrivati i giudizi delle associazioni dei vettori, spesso peraltro corroborate da pareri legali. Tra i primi a uscire allo scoperto è stato il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, da sempre strenuo difensore dei principi sottesi all’art. 83 bis. La sua posizione procede in maniera opposta a quella della committenza, visto che se per un verso restringe il perimetro di applicabilità della sentenza al semplice dispositivo e quindi soltanto a quanto attiene i costi minimi definiti dall’Osservatorio, non per questo – aggiunge – «le norme introdotte per garantire sicurezza sulle strade sono state rese inefficaci». Secondo Uggè, infatti, «sono nulli soltanto i costi d’esercizio determinati dalle delibere dell’Osservatorio fino al giugno 2012 (quelli sono l’oggetto della questione pregiudiziale sollevata dal Tar in sede comunitaria), mentre i costi indicati dall’autorità pubblica (dal Ministero dei Trasporti a partire da luglio 2012) sembrerebbero inattaccabili».
Insomma, avrete capito che il campo di battaglia si è nuovamente predisposto e vede già schierati gli opposti eserciti, arroccati su trincee antitetiche. Per rompere questa situazione che rischia di far male all’interno settore lo stesso Uggè ricorda che ogni Stato membro dell’UE è libero di emanare norme per regolare la sicurezza stradale e che, da questo punto di vista, tutto quanto espresso nella legge n. 32 del 2005 è stato ritenuto perfettamente in linea con i principi comunitari. E allora – aggiunge il presidente di Fai-Conftrasporto – dobbiamo «ripartire da lì… senza dimenticare la funzione sociale che le norme introdotte con l’art.83 bis intendano garantire». Tutto questo per ribadire la totale disponibilità dell’associazione che presiede a «definire modifiche adeguate a garantire norme di civiltà». Leggi tutta la notizia

Fonte: UOMINI E TRASPORTI

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