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A Savona gli operatori marittimi e portuali mostrano di esser pronti a reagire alla crisi

Vivace e partecipata tavola rotonda alla fortezza del Priamar organizzata dall’Autorità Portuale di Savona

Un sondaggio in 15 domande mirate, effettuato dalla rivista specializzata Ship2Shore, crea l’occasione di un dibattito ad alto livello che delinea un quadro di cauta fiducia

Il quadro generale dell’economia globale – e quella marittimo portuale non sfugge a questa situazione – è certamente ancora fosco. Tuttavia segnali di moderato ottimismo, soprattutto di fiducia nelle proprie capacità di ripresa dalla crisi, sono emerse durante la tavola rotonda “Anno 2013 e oltre: quale futuro attende gli operatori marittimi e portuali?” organizzato dall’Autorità Portuale di Savona e dal settimanale specializzato Ship2Shore.

Commentando i risultati di un sondaggio sul sentiment’ dell’industria promosso dalla rivista online presso i propri lettori (ottenendo circa 300 risposte), una dozzina di qualificati panelits in rappresentanza delle principali associazioni di categoria a livello nazionale e territoriale nonché alcuni economisti di settore, hanno dato vita ad un intenso e seguito dibattito moderato dal direttore di Ship2Shore Angelo Scorza da cui sono scaturite alcune indicazioni precise.

“Il 2013 sarà un anno ancora negativo, specialmente nel settore dei container afferma Piero Lazzeri, Presidente di Fedespedi ma dal 2015 ci aspettiamo un’inversione di tendenza”.

Stefano Messina, Vicepresidente di Confitarma, ha portato nella maestosa fortezza del Priamar sede dei lavori del convegno il punto di vista dall’armamento italiano, mettendo anche in guardia la platea di addetti ai lavori: “La ripresa ci sarà, ma non torneremo mai ai livelli del 2007, frutto di un precedente quinquennio di sviluppo che io ritengo irripetibile, almeno nel medio periodo”.

Tra le necessità giudicate più urgenti dai lettori di Ship2Shore come evidenziano i risultati del sondaggio su cui i panelist si sono trovati d’accordo, cè il superamento della stretta creditizia “che non potrà certo avvenire facendo affidamento su incentivi statali come spesso è successo in passato, perché non ce ne saranno più” ha pronosticato Mario Percoco, Professore del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico di Cert e Bocconi e la sburocratizzazione delle procedure operative, ben rappresentata da un intervento di Lazzeri il quale, definendo spietatamente la burocrazia “un animale da uccidere”, ha esposto con partecipazione le insoddisfazioni degli spedizionieri italiani nei confronti del sistema di controlli doganali, considerato un vero ostacolo all’efficienza delle spedizioni: “Oggi un controllo doganale richiede la compilazione di oltre 60 documenti e coinvolge 5 diversi ministeri, e oltre a tutto è impensabile che l’Agenzia delle Dogane non garantisca un servizio H24”.

Sullo stesso tasto dolente’ ha battuto anche Stefania Morasso, Vicepresidente di Assagenti, che si è poi detta “sconcertata parlando della necessità di nuove infrastruttura nel nostro paese del fatto che il CIPE abbia accolto la proposta di Mauro Moretti, AD di Ferrovie dello Stato, di stornare 200 milioni di euro da un lotto già finanziato del Terzo Valico”.

Tra gli altri campanelli d’allarme’ lanciati dagli oratori, che rappresentavano le diverse categorie del cluster marittimo-portuale nazionale, la necessità, ben evidenziata anche dai lettori del magazine telematico nelle risposte al sondaggio, di un coordinamento delle politiche portuali nazionali e di una riforma della Autorità portuali, “su cui noi siamo totalmente d’accordo” ha peraltro dichiarato Luigi Merlo, Presidente di Assoporti. “Oggi le AP sono istituti transgender’: né vere authority né enti economici. La loro funzione è fondamentale, ma va riformata la governance’ garantendo maggiori poteri d’intervento e di indirizzo. Noi siamo disponibili, ma a Roma se ne parla poco, e senza cognizione di causa”.

Lo scarso peso politico del cluster’ marittimo è stato infatti individuato dai relatori come una delle concause del mancato intervento di riforma in materia di politica portuale. “Su questo dobbiamo fare autocritica” ha ammesso Giulio Schenone, Vicepresidente di Federagenti. “Se il governo non percepisce a fondo l’importanza strategica delle nostre attività, vuol dire che non siamo stati capaci di comunicare e rappresentare in modo efficace i nostri interessi, che poi sono anche interessi nazionali essendo la logistica intesa nel suo complesso un forte moltiplicatore di sviluppo”.

Tra gli effetti di questa ancora limitata capacità di lobbying’ del cluster marittimo c’è anche il fatto che le poche risorse pubbliche attualmente a disposizione vengano spesso dirottate su progetti di altri settori: “A livello politico manca la percezione dell’importanza del sistema portuale ha infatti ribadito il Prof. Percoco anche perché le necessità di quest’industria sono mal rappresentate presso le istituzioni. Così può capitare che, per un certo pacchetto’ di fondi che il governo deve destinare, il porto di Genova si trovi a competere con l’ospedale di Canicattì, e per di più la valutazione viene fatta con parametri che tengono in scarsa considerazione le ricadute positive in termini economici e occupazionali delle attività logistico-portuali”.

Molte quindi le indicazioni su come e dove intervenire, che testimoniano la difficoltà dell’attuale situazione ma anche la volontà degli operatori di reagire alla crisi e di superare questo momento difficile, “anche puntando sui giovani, sulla loro formazione e sull’importanza delle risorse umane come chiave di crescita e sviluppo delle aziende” ha dichiarato il Presidente dell’Autorità Portuale di Savona Gianluigi Miazza, chiudendo il dibattito nella veste di padrone di casa’ sotto la Torretta.


Foto relatori


Elenco relatori:

Luigi Merlo, Umberto Masucci, Piero Lazzeri, Stefano Messina, Andrea Zucchini, Gian Luigi Miazza, Stefania Morasso, Giulio Schenone.




Fonte: AUTORITà PORTUALE DI SAVONA

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