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Signorini: ''La Cina ha riaperto le fabbriche, tornano le spedizioni''

Signorini: ”La Cina ha riaperto le fabbriche, tornano le spedizioni”

Il presidente dei porti di Genova e Savona: Bene il primo bimestre dell'anno, ora ci saranno due mesi difficili".

C’è un’onda cinese che ha ripreso a muoversi in mare nella direzione che conduce al Mediterraneo. Sono segnali ancora lievi, che non bilanceranno almeno per i prossimi due mesi la flessione nel confronto con l’anno precedente. Eppure, avverte il presidente dell’autorità di sistema portuale Paolo Signorini, «si cominciano ad avvertire, perché la Cina ha riaperto le sue fabbriche dopo due mesi di chiusura e sono riprese le spedizioni». Nessuno ovviamente può e deve sbilanciarsi, anche perché ancora non è chiaro quando si uscirà davvero dal tunnel. Ma sui numeri non si scappa, avverte Signorini alle prese con un altro week end di lavoro, questa volta a Roma per capire più da vicino come interpretare le norme in materia di salute e sicurezza. Perché il primo bimestre, spiega, chiude ancora in crescita.

Come è possibile, presidente Signorini?
«Diciamo che il merito è soprattutto degli operatori del porto, armatori, terminalisti, agenti, spedizionieri, trasportatori. Non hanno mai smesso di investire e si stanno già preparando per la seconda parte dell’anno, quando confidando di aver superato l’emergenza, ci sarà il rimbalzo della ripresa».

Ma l’inizio dell’anno com’è andato?

«Positivo a gennaio, dove siamo cresciuti del 4,7%. E bene anche febbraio, dove siamo rimasti stabili, impresa non proprio semplice. A marzo e aprile vivremo i momenti più difficili dovuti alla contrazione, ma ci tengo a dire che i cinesi stanno cominciando a riaprire le fabbriche e quindi stanno ripartendo le spedizioni. Adesso i problemi sono da noi».

E come li affrontate?
«Cercando di gestire al meglio il cammino delle merci. I problemi maggiori sono ovviamente nelle zone rosse, sottoposte a ordinanze restrittive. Noi in questi ultimi giorni abbiamo sentito ancora tutte le categorie per presidiare al meglio la catena del funzionamento dello scalo».

Con quale obiettivo vi muovete?
«Scongiurare nella maniera più assoluta ogni possibile interruzione del porto. Stiamo infatti lavorando per capire come comportarci sulle misure restrittive dell’ultimo Dpcm che limita l’azione di imprese, lavoratori, servizi e trasporti».

Ma voi come potete intervenire nel concreto da questo punto di vista?
«Le faccio un esempio: l’inoltro delle merci in una zona rossa. Noi pensiamo di arrivare con un equipaggio fino al limite della zona rossa e di procedere poi con il cambio di equipaggio per la consegna finale. Un altro esempio può essere legato all’eventuale contagio all’interno del porto. Anche qui l’obiettivo è quello di tutelare le persone senza arrivare a misure interdittive».

Ed è una cosa possibile, secondo lei?

«Stiamo ai fatti: quello che è più complicato è come gestire una situazione di difficoltà in tempi rapidi. Ricordate l’episodio del marittimo della Splendid prelevato dal personale sanitario mentre si stava svolgendo regolarmente il lavoro? Comprensibile la reazione dei lavoratori di fronte a questo. Ecco perché diventa fondamentale gestire in modo tempestivo e coordinato il flusso delle informazioni che arrivano poi anche alle categorie economiche. Se parlano più voci e in tempi differenti, si genererà una situazione di difficoltà. Per questo a mio avviso ha fatto bene la Regione a istituire presso la sua cabina di regia una task force che diventa collettore di tutte le informazioni che vengono fatte veicolare. Credo che anche per i media, ovviamente nel più assoluto rispetto del loro lavoro, questo possa essere uno strumento importante». Leggi tutta la notizia

Fonte: LA REPUBBLICA – GENOVA

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