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L’Italia scala 29 posizioni nella graduatoria del World Economic Forum sulla qualit delle dotazioni infrastrutturali

Le ferrovie hanno salito venti gradini e i porti ventidue

Il World Economic Forum ha pubblicato il rapporto 2013-2014 sulla competitività delle economie nazionali che nella specifica graduatoria riferita alla qualità complessiva delle dotazioni infrastrutturali di ogni singolo Paese classifica l’Italia al 53° posto. Nel nuovo elenco l’Italia guadagna quindi ben 29 posizioni rispetto alla precedente classifica: nel “The Global Competitiveness Report 2012-2013”, pubblicato dal WEF un anno fa, la qualità globale delle dotazioni infrastrutturali italiane figurava all’82 posto. Delle due, una: o in dodici mesi l’Italia ha fatto passi da gigante nello sviluppo delle proprie infrastrutture oppure altre nazioni, che lo scorso anno ci sopravanzavano, hanno rapidamente smantellato o squalificato i propri assets infrastrutturali. O forse ci sono altre ipotesi.

Nell’ultimo rapporto la qualità delle sole infrastrutture stradali italiane figura al 55° posto rispetto al 57° nel rapporto 2012-2013. La qualità delle infrastrutture ferroviarie nostrane è stata innalzata alla 20ª posizione, con un balzo in avanti di ben venti gradini rispetto alla 40ª posizione dello scorso anno. È andata ancora meglio ai porti italiani, che sono stati promossi alla 67ª posizione rispetto all’89% del rapporto 2012-2013. Ha invece disceso qualche gradino la qualità delle dotazioni infrastrutturali italiane per il trasporto aereo, che è peggiorata passando dal 67° al 73° posto.

Più volte abbiamo messo in dubbio il valore di graduatorie mondiali, come quelle elaborate dal World Economic Forum, che sono sicuramente difficili da compilare e altrettanto ostiche da interpretare e motivare. Noi, ad esempio, non sappiamo capacitarci che l’Italia abbia saputo così rapidamente provvedere ad eliminare alcune delle sue annose inadeguatezze nel campo infrastrutturale.

La nostra ipotesi è che il World Economic Forum si sia reso conto che le infrastrutture italiane sono sì lontane dall’eccellenza, ma comunque degne di migliore considerazione nell’intero panorama mondiale.

Bruno Bellio

Fonte: INFORMARE

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