Al traforo del Frejus verrà stabilito un tetto massimo per il transito dei mezzi pesanti C’è un filo rosso che lega questa intesa cordiale sulla Tav tra Francia e Italia. Dopo Lione il prossimo appuntamento bilaterale tra i governi si svolgerà a Torino.
Un modo per testimoniare il comune impegno per realizzare la nuova linea veloce, spiega il premier italiano Mario Monti. Un impegno che non è messo in discussione nemmeno dal via libera di Roma e Parigi allo sdoppiamento dei flussi di traffico del tunnel autostradale del Frejus. «Non c’è alcuna contraddizione – spiega il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera – perché non si può confondere la sicurezza con un investimento per lo sviluppo. Inoltre, per evitare qualsiasi aumento di capacità del traforo, sarà stabilito un tetto massimo per il transito degli automezzi pesanti».
I dubbi dei Sì Tav
è stato il governo italiano a fare pressione per convincere Parigi della bontà dell’operazione. Resta da capire il perché di questa indicazione, visto che anche i più convinti ultras del fronte Sì Tav, come il presidente della provincia Antonio Saitta o il parlamentare del Pd Stefano Esposito, hanno messo in luce l’atteggiamento quanto meno schizofrenico di un governo che vuole trasportare le merci sui treni ma poi potenzia l’autostrada. Il rischio è di dare un’arma in più al movimento No Tav.
Passera, però, non ha dubbi e spiega che non si possono collegare questi due tipi di intervento. La priorità dei due governi, a breve, è migliorare la sicurezza nelle gallerie stradali di confine, fissando al contempo un tetto ai passaggi. Tuttavia la volontà «di perseguire la svolta modale è data dalla decisione di rilanciare l’autostrada ferroviaria. Perché è interesse dei due governi, in attesa della nuova linea, potenziare il transito delle merci sulla linea storica».
Il rilancio dell’Afa
è un dossier caro ai francesi e in qualche modo messo da parte dagli italiani che si sono impegnati a recuperare il tempo perso. E così il rilancio dell’Autostrada ferroviaria alpina è stato individuato come «il modo migliore per utilizzare il tunnel esistente». L’integrazione tra passato e futuro della Torino-Lione nasce dalla decisione di affidare al nuovo soggetto promotore del Tav tutta la partita del tunnel storico, sia dal punto di vista della manutenzione sia da quello della gestione. Entro la prossima estate sarà individuato il nuovo gestore che metterà fine alla sperimentazione copiosamente pagata dagli Stati e proverà a stare sul mercato. Passera non ha escluso che in «futuro almeno una parte del sovra-pedaggio che adesso serve per pagare i lavori della galleria di sicurezza del Frejus venga investito per il ferroutage».
Il nuovo ente promotore
Questioni di cui si occuperà quella che potremmo definire Ltf2. Il nuovo soggetto promotore che nascerà in primavera avrà il compito di coniugare i lavori con le iniziative per potenziare il traffico merci. La priorità, naturalmente sono i cantieri. E Ltf entro la fine dell’anno dovrebbe essere in grado di realizzare il bando di gara per i lavori nella piana di Susa verso Bussoleno. Lavori che, protesta permettendo, dovrebbero iniziare a cavallo tra il 2014 e il 2015. Qualche mese dopo l’avvio dello scavo di una galleria di collegamento di nove chilometri tra le discenderie di Saint Martin La Porte e La Praz che secondo il presidente italiano della Conferenza intergovernativa, Mario Virano, «sarà parte integrante del tunnel di base».
Il ruolo dell’Ue
«Il successo della Torino-Lione dipenderà soprattutto dai finanziamenti dell’Ue», ha spiegato il capo dello Stato francese Hollande. E Passera si dice convinto che Bruxelles contribuirà fino al 40 per cento del costo complessivo del tunnel di base. Roma e Parigi sono intenzionate a porre la questione nel prossimo consiglio dei ministri. E in ogni caso nel consiglio d’amministrazione del nuovo soggetto promotore ci sarà un rappresentante dell’Ue, resta ancora da capire se come uditore oppure se avrà anche diritto di veto. Nel cda entra anche il Piemonte, insieme alla Rhne Alpes, ma senza alcun potere decisionale.
FOTO Gli scontri Un momento della protesta in piazza a Lione durante il vertice Monti-Hollande sulla linea ad Alta velocità, i No Tav sono arrivati in pullman dalla Valsusa ma anche in Francia hanno trovato sostenitori che si sono uniti alla protesta
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Fonte: LA STAMPA