Negli ultimi anni, eventi geopolitici e crisi globali hanno profondamente trasformato il panorama della logistica internazionale. Per le aziende italiane, queste trasformazioni rappresentano una sfida, ma anche un’opportunità per innovare, diversificare e rafforzare la propria posizione sul mercato globale.
Come è cambiata e sta cambiando la logistica delle merci alla luce dei fenomeni geopolitici degli ultimi anni?
Semplificando un tema molto complesso, è possibile individuare tre macro-cause che hanno avuto un impatto determinante sulla logistica delle merci: le tensioni crescenti tra USA e Cina, l’invasione russa dell’Ucraina e le crisi nei passaggi marittimi strategici, dovute sia a fattori geopolitici (Suez) che climatici (Panama, rotta artica). Gli effetti sono stati un allungamento dei transit time, e di conseguenza un maggiore fabbisogno di mezzi di trasporto e unità di carico (navi e container), un aumento dei costi e il progressivo accorciamento delle catene di approvvigionamento (reshoring, nearshoring e friendshoring). Queste circostanze si sono tradotte in una maggiore consapevolezza della natura strategica delle infrastrutture logistiche e in un impulso ad una più attenta gestione del rischio.
Quali ripercussioni ci sono state, ci sono o ci saranno sulle aziende italiane? E sulla vostra?
Le ripercussioni che è stato finora possibile rilevare hanno caratteristiche moderatamente negative, soprattutto in relazione alla portata delle cause che hanno generato questi effetti. Tra le filiere produttive che hanno sopportato le conseguenze dell’instabilità geopolitica ci sono quelle più importanti per il nostro Paese. Dall’agroalimentare alla fashion e alla manifattura, molti settori sono stati posti sotto pressione dal mix relativo all’aumento dei costi, alla carenza di materie prime, di prodotti intermedi, di semiconduttori e alle restrizioni alle esportazioni. Le conseguenze sfavorevoli hanno riguardato soprattutto il settore manifatturiero, che è tuttora caratterizzato dalla tendenza negativa dell’indice della produzione industriale. Sulla nostra azienda hanno pesato soprattutto i fattori di incertezza indotti dall’aumento dei costi dei materiali in una fase di crescita degli investimenti destinati ad ampliare e potenziare l’infrastruttura ferroviaria. Questa circostanza ha richiesto uno sforzo incrementale a livello gestionale, operativo e organizzativo per realizzare i programmi nel rispetto dei piani di investimento.
Cosa si può fare per mitigare i rischi e se possibile prevedere i cambiamenti? Voi cosa state facendo?
L’esperienza degli ultimi anni impone di focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti che hanno assunto un ruolo centrale nella gestione dei processi, aziendali e no. Mi soffermerei in particolare sul risk assesment, che è diventato un fattore imprescindibile per ridurre al minimo gli effetti negativi di un evento e garantire sicurezza, continuità e stabilità. La definizione sistematica di misure preventive come formazione, ricorso a forme assicurative, monitoraggio permanente e aggiornamento continuo dei piani di emergenza garantisce gestione e mitigazione del rischio. È indispensabile applicare sistematicamente questi principi alla logistica e alle sue infrastrutture. Un altro punto fondamentale riguarda la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dei mercati di sbocco, congiuntamente alla costruzione di alleanze strategiche che consentano di realizzare una rete di supporto tale da ammortizzare gli effetti di crisi impreviste. È un cambio di paradigma che richiederà del tempo, e che dovrebbe essere accompagnato da piani formativi adeguati.
In tutto questo, come cambia il ruolo dei responsabili della logistica?
In questo contesto, il ruolo del responsabile della logistica si proietta ben oltre gli ambiti entro i quali era tradizionalmente chiamato ad operare. Alla gestione dei processi tipici della logistica si aggiunge la necessità di individuare e predisporre piani di backup adeguati, caratterizzati da un grado di flessibilità tale da consentire un rapido adattamento alle mutate condizioni di contorno. La strategia di selezione delle catene di fornitura deve considerare i rischi rappresentati dalle scelte relative a rotte, modalità e tecniche di trasporto, che dovranno essere in grado di ridurre i rischi di interruzione e garantire sostenibilità e continuità ai flussi di merci e informazioni. Il monitoraggio di clienti e fornitori deve essere permanente, per individuare e possibilmente anticipare l’insorgere di problemi e criticità. Le competenze specifiche in ambito di logistica andranno integrate con una conoscenza più ampia del contesto globale. In sostanza, il ruolo del responsabile della logistica sarà sempre più trasversale e sempre più caratterizzato dalla necessità di prendere decisioni informate in tempi rapidi.












