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Infrastrutture, le quattro strade del ministro De Micheli per far accelerare i cantieri

Infrastrutture, le quattro strade del ministro De Micheli per far accelerare i cantieri

Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Il prossimo decreto Semplificazioni contribuirà a rendere più veloci molti processi decisionali. E tutto questo avverrà anche facendo tesoro delle proposte di maggioranza come anche di alcuni spunti utili contenuti nel piano Colao sulle questioni legate alle infrastrutture. Sul codice degli appalti non sono ideologica e penso che vi sia qualcosa da migliorare ma ciò che bisogna affinare è un’intera catena di processi”.

A dirlo è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, che inun’intervista concessa a ‘Il Foglio’ ha anche aggiunto che “accelerare il passo significherà agire su quattro fronti: progettazione delle opere, autorizzazione delle opere, gestione dei fallimenti in cantiere,sciopero della firma. Sui primi due temi occorre snellire in modo massiccio le procedure”, ha affermato il ministro, “mentre sul terzo punto è necessario trovare una via rapida per evitare, come spesso succede in Italia, che vi siano cantieri bloccati a causa di contenziosi aperti e fallimenti delleaziende che si sono prese in carico i lavori: penso ad esempio al Terzo Valico nodo di Genova in Liguria, opera ferma da tempo a causa del concordato di Astaldi che abbiamo sbloccata dieci giorni fa”. Sul quarto fronte, infine per evitare che la Pubblica amministrazione possa essere incentivata a considerare la non firma come l’unica forma di tutela per il proprio lavoro, “è necessario modificare le normerelative all’abuso di ufficio e riformare la responsabilità per danno erariale”.

Infine Paola De Micheli ha aggiunto che “verrà accolta l’idea di chi ci ha proposto di avere un monitoraggio delle opere non sparpagliato ma concentrato in un’unica struttura integrata. Sula base dell’esperienzadi questi mesi posso dire però che la lentezza delle opere è relativa principalmente non a una burocrazia che non funziona ma a una ridotta capacità di progettazione di molte stazioni appaltanti”.

Fonte: STRADAFACENDO

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