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L’abiura degli industriali sul sistema dei “costi minimi”

” Non serve a garantire la sicurezza” dicono le associazioni di categoria che avanzano un pacchetto di proposte alternative in grado di rilanciare l’autotrasporto.

Non c’è pace per l’autotrasporto. E non solo per colpa della crisi o del caro-gasolio. A tenere alta la tensione tra gli operatori del settore continua ad essere una legge, approvata dal Parlamento e introdotta dal governo in carica: quella sui “costi minimi” per la sicurezza. Una norma che di fatto ha diviso il mondo imprenditoriale, fino a coinvolgere la magistratura, l’Antitrust, la Ue e da ultimo, la campagna elettorale.
L’abiura nei confronti di questo contestatissimo provvedimento arriva da Confindustria e Confetra che, per superare l’attuale normativa sui “costi minimi”, hanno avanzato un pacchetto di proposte lanciate in occasione del convegno “Legalità, Concorrenza e Sicurezza per l’Autotrasporto italiano”, tenutosi il 13 febbraio scorso a Roma.
Le più importanti sono: l’utilizzo del rating di legalità, introdotto dalla legge “Cresci Italia”; la certezza dei tempi di pagamento mediante l’introduzione contrattuale di una clausola penale; la tracciabilità dei pagamenti per contribuire a contrastare le pratiche illecite; l’introduzione di limiti al ricorso alla subvezione, per evitare lo sfruttamento dell’ultimo anello della filiera; la promozione di clausole di durata per stabilizzare i rapporti; il riconoscimento certo, non negoziabile, del costo del gasolio e dei pedaggi come costi fissi non dipendenti dalle capacità imprenditoriali; la semplificazione delle controversie attraverso il tentativo di mediazione presso le associazioni di categoria o mediante clausole arbitrali; e la razionalizzazione del regime assicurativo.
«Sono proposte che consentirebbero di rilanciare il settore, dando un contributo decisivo alla logistica e alla mobilità delle merci. Mentre il meccanismo dei costi minimi rischia di far uscire molte imprese competitive dal mercato e crea un’asimmetria concorrenziale tra vettori italiani ed esteri, senza peraltro dare alcun contributo in termini di sicurezza stradale afferma Fausto Forti, presidente di Confetra Il sistema dei costi minimi non trova applicazioni analoghe in nessun paese europeo o dell’Ocse, l’unico che lo utilizza è la Turchia.
Per questo motivo, abbiamo presentato alle forze politiche candidate al governo del Paese proposte capaci di favorire rapporti economici equilibrati fra tutti gli attori della filiera e di promuovere la competitività e lo sviluppo dell’autotrasporto, garantendo la sicurezza della circolazione». In Italia, i servizi alla merce catalogati genericamente come “logistica” (custodia, conservazione, imballaggio, trasporto, deposito, spedizione, distribuzione e così via) più i servizi di presidio, di security, di inventory carrying, di prossimità, di customer satisfaction, quotano oggi circa 200 miliardi di euro, intorno al 13% del Pil.
Tra dipendenti diretti, indiretti e indotto, quei servizi danno lavoro a 1 milione di unità. Nel 2012 in Italia, a fronte di una stagnazione della domanda interna, l’export ha continuato il suo percorso di crescita (il totale delle esportazioni italiane è stato di 400 miliardi di euro). Eppure, secondo il Global Connectedness Index (uno strumento che misura per ciascun Paese la profondità e l’ampiezza dei suoi flussi commerciali internazionali), l’Italia si colloca al 28° posto nella classifica dei 125 paesi analizzati, e al 18° posto in quella dei 38 paesi europei (Ue e non Ue). Una posizione, quella del Belpaese, che, secondo Forti, rischia di peggiorare nel caso in cui non venisse rivisto il provvedimento sui “costi minimi”.
«E’ importante a questo punto che tutte le associazioni di categoria ritornino a dialogare fra di loro per trovare un giusto compromesso conclude il presidente Nello stesso tempo, stiamo aspettando la sentenza del Tar del Lazio sulla legittimità delle tabelle dei costi minimi, rimasta fino ad oggi in sospeso». (v.d.c.) “Solo in Turchia il sistema dei costi minimi” dice Fausto Forti , leader Confetra.




Fonte: CNA- FITA

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