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Ilva, conseguenze insostenibili per tutto l'indotto se ci saranno ulteriori ritardi

Ilva, conseguenze insostenibili per tutto l’indotto se ci saranno ulteriori ritardi

La mancata cessione continua a scaricare sui camion una montagna di danni.

Con riferimento alle recenti notizie sul perdurante stato di incertezza circa gli esiti del processo di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA in amministrazione straordinaria, FAI, la Federazione degli autotrasportatori che aderisce a Conftrasporto-Confcommercio, sottolinea come ogni ulteriore ritardo nella definizione dell’operazione comporterebbe conseguenze insostenibili per l’intero settore dell’indotto. 

Conseguenze che peserebbero, in primo luogo, per le aziende di autotrasporto che da sempre servono gli stabilimenti dell’ILVA di Taranto, Genova e Venezia, già duramente provate dallo stato di crisi in cui ormai da anni versa la società proprietaria del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, con ogni inerente conseguenza in termini di ritardi nei pagamenti, riduzione dei volumi produttivi, diminuzione del fatturato e perdita di posti di lavoro.

Si evidenzia, in particolare, come la prospettata ulteriore prosecuzione dell’attività produttiva in regime di amministrazione straordinaria non possa essere condotta a spese dell’indotto e delle aziende di autotrasporto, non più in condizione di far fronte ad un ulteriore slittamento dei tempi di pagamento dei crediti maturati nei confronti dell’ILVA.

In relazione a quanto sopra, FAI-Conftrasporto intende attivarsi in tutte le competenti sedi istituzionali affinché il diritto dei propri associati – a non vedere ulteriormente deteriorato il contesto economico e produttivo in cui quotidianamente operano – sia debitamente rappresentato e tutelato, e per vedere adeguatamente riconosciuto il ruolo strategico che le aziende di autotrasporto hanno sempre avuto per la regolare prosecuzione dell’attività produttiva dell’ILVA, così come per l’economia dei territori in cui la stessa opera.

Fonte: CONFTRASPORTO

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