Dopo le polemiche dei giorni scorsi è stata bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato e inviata al Quirinale la versione definitiva del decreto legge emanato dal Governo per far fronte all’emergenza dovuta al crollo del Ponte Morandi di Genova (qui la bozza del testo).
Nuovamente riviste in profondità le disposizioni riguardanti il comparto portuale e il suo indotto.
A rimetterci principalmente le imprese dell’autotrasporto. La spesa prevista per ristorare le “maggiori spese affrontate dagli autotrasportatori in conseguenza dell’evento consistenti nella forzata percorrenza di tratti autostradali aggiuntivi rispetto ai normali percorsi e nelle difficoltà logistiche dipendenti dall’ingresso e dall’uscita delle aree urbane e portuali” è stata infatti abbattuta da 180 milioni di euro in 3 anni a 20 per il 2018. Inoltre dovranno essere rispettati i limiti imposti dalla “normativa europea sugli aiuti de minimis”.
Immutato (ma coperto con ricorso al Fondo Infrastrutture istituito con la finanziaria 2017 e rifinanziato un anno dopo) l’oscuro articolo intitolato alla “Ottimizzazione dei flussi veicolari logistici nel porto di Genova”, che stanzia 30 milioni di euro in tre anni per la creazione di un varco portuale “ad alta automazione” per la nuova strada portuale (Via della Superba), sollecitando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (attivo nell’informatica applicata alla logistica attraverso Uirnet, già palesatasi a valle dell’incidente) ad usare tutti i poteri necessari, “anche di natura espropriativa per pubblica utilità, per l’immediata realizzazione del sistema informatico e delle relative infrastrutture accessorie”.
Per quanto riguarda l’istituzione della Zona Logistica Speciale nelle aree portuali e retroportuali, da rilevare solo come da queste ultime sia stata cancellata, oltre a Padova, anche Milano (dove è in via di realizzazione il terminal di Milano Smistamento, determinante per il progetto Teralp legato al corridoio Genova-Rotterdam). Restano “i retroporti di Rivalta Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzo (presumibilmente Dinazzano, ndr) e Melzo e Vado Ligure”.
Ridotta da 50 a 20 milioni di euro per il solo 2018 anche la spesa autorizzata per la “istituzione della zona franca urbana per il sostegno alle imprese colpite dall’evento”. Coprirà, per le imprese aventi sede in una zona da delimitarsi, a cura del Commissario, all’interno dell’area metropolitana, e aventi subito una decurtazione del fatturato almeno pari al 25% nel periodo compreso fra il 14 agosto e il 30 settembre (2018 su 2017), una serie di esenzioni fiscali, con limitazione non superiore ai 200mila euro. Leggi tutta la notizia
Fonte: SHIP2SHORE