L’amministrazione Trump ha annunciato che, a partire dal 1° agosto, le tariffe doganali sulle merci europee passeranno dal 10% al 30%. Questa misura segna un’escalation nella guerra commerciale USA-UE e avrà effetti pesanti su export, relazioni internazionali e imprese europee.
La decisione della Casa Bianca: i nuovi dazi USA al 30%
Il presidente Donald Trump ha ufficializzato l’aumento dei dazi USA al 30% su gran parte delle esportazioni europee, escluse solo alcune categorie come i farmaceutici. La misura entrerà in vigore il 1° agosto 2025. In una comunicazione ufficiale inviata ai governi UE, Washington ha chiarito che qualsiasi tentativo di risposta da parte dell’Unione comporterà ulteriori aumenti fino al 55%.
“Se reagirete con nuovi dazi, aggiungeremo quella stessa percentuale al 30% già deciso”, si legge nella lettera.
Una mossa strategica per forzare un’apertura del mercato europeo alle esportazioni USA, nel tentativo di ridurre l’attuale squilibrio commerciale.
Reazione dell’Unione Europea: dialogo e misure di salvaguardia
La Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha deciso di sospendere i contro-dazi europei fino ad agosto, privilegiando il dialogo. Tuttavia, Bruxelles resta pronta a difendere gli interessi dell’Unione con misure di ritorsione proporzionate.
Anche Francia e Germania si sono espresse in favore di un accordo negoziato, pur mantenendo fermezza nella difesa del mercato unico europeo. Tra le contromisure previste si discute l’uso dello strumento anti-coercizione, applicabile in caso di escalation.
La posizione italiana: serve un accordo equo
La premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza della cooperazione transatlantica e del dialogo: “Una guerra commerciale interna all’Occidente ci renderebbe più deboli. L’Italia farà la sua parte per un accordo di buon senso”.
L’Italia, con una quota significativa del proprio export destinata agli Stati Uniti, è tra i paesi più esposti agli effetti dei nuovi dazi USA al 30%.
Settori colpiti: impatto sull’export europeo e sul Made in Italy
Secondo i dati del Consiglio Europeo, gli USA rappresentano oltre il 20% delle esportazioni UE. I comparti più esposti includono:
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Automotive: già colpito da dazi del 25%
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Acciaio e alluminio: soggetti a tariffe del 50%
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Made in Italy: lusso, moda, agroalimentare
L’incremento dei dazi colpirà duramente le imprese esportatrici italiane e europee, in particolare le PMI.
Crescita economica a rischio: gli effetti macroeconomici
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha stimato un calo della crescita dell’Eurozona di mezzo punto percentuale tra il 2025 e il 2027, in caso di dazi al 10%. Con il nuovo scenario (dazi al 30%), l’impatto rischia di triplicare, con conseguenze anche sull’inflazione e sull’occupazione.
Gli esperti della BCE avvertono: un’escalation commerciale con gli USA potrebbe destabilizzare le catene di approvvigionamento globali e spingere molte imprese a delocalizzare.
Il rialzo dei dazi USA al 30% sulle merci europee è una sfida strategica, politica ed economica per l’Unione Europea. Mentre Bruxelles cerca il dialogo, restano aperti diversi scenari: dal compromesso diplomatico all’inasprimento della guerra commerciale USA-UE. Le prossime settimane saranno decisive per capire se prevarrà la diplomazia o la logica del confronto.
Fonte: PMI.IT