Gli operatori dei servizi di linea – ha spiegato – non possono agire efficacemente sui noli, ma possono controllare i costi unitari del trasporto dei container.
In questo momento di acuta crisi delle economie mondiali, che ha un forte impatto negativo anche sul trasporto marittimo di linea alle prese con una pressione sui noli che sovente non consente neppure di raggiungere la copertura dei costi operativi, molti si stanno domandando perché alcune delle principali compagnie armatoriali mondiali che operano in questo settore continuano a ordinare ai cantieri navali la costruzione di portacontainer di dimensione e di capacità sempre maggiori.
Una risposta al quesito l’ha formulata la società britannica di shipbroking Braemar Seascope, secondo cui l’ordine di navi portacontenitori sempre più grandi è strettamente correlato con l’andamento del prezzo del combustibile.
Intervenendo la scorsa settimana ad Istanbul alla Mediterranean Freight Conference di ‘Containerisation International’, il research manager di Braemar Seascope, Mark Williams, ha spiegato che questa connessione si evidenzia particolarmente in un trend che è in atto da almeno cinque anni. Gli operatori del settore – ha affermato – non possono controllare i noli, specialmente in un mercato concorrenziale come quello scaturito dall’abolizione delle conference, ma possono invece controllare i costi unitari del trasporto marittimo di ogni singolo container da 20′ (teu) attraverso economie di scala. L’ordine di portacontainer sempre più grandi – ha concluso Williams – è la diretta conseguenza di questa modalità di gestione dei costi.
Williams ha evidenziato la forte correlazione tra il prezzo del bunker, che costituisce il maggior costo unitario per ogni spedizione marittima di container teu, e la dimensione media delle portacontainer ordinate negli ultimi dieci anni.
L’intensità di questo legame – ha osservato Williams – è confermata dal calo del prezzo del combustibile bunker nel 2009 e dalla capacità media in teu delle navi ordinate nel corso di quell’anno, anche se naturalmente – ha precisato – le portacontainer ordinate nel 2009 saranno prese in consegna nel 2012 o successivamente, quando il prezzo del bunker sarà più elevato.
Se il prezzo del combustibile continuerà a crescere – ha rilevato il manager di Braemar – si arriverà ad un momento nel quale i progettisti navali avranno difficoltà a costruire navi ancora più grandi. La classe Malaccamax – ha osservato – sembra essere la dimensione massima delle navi idonee ai traffici tra Asia ed Europa e gli operatori portuali avranno difficoltà ad adeguare ulteriormente i loro terminal.
I nuovi eco-progetti di portacontainer – secondo Williams – diventeranno quindi sempre più importanti per le strategie di controllo dei costi delle compagnie armatoriali che operano servizi di linea.
Fonte: INFORMARE
