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Svizzera: via libera al contratto collettivo per l'autotrasporto

Svizzera: via libera al contratto collettivo per l’autotrasporto

Camionisti maggiormente tutelati dal primo luglio.

BELLINZONA – Il nuovo Contratto collettivo per l’autotrasporto è cosa fatta. L’importante firma è stata annunciata oggi tramite un comunicato congiunto inviato da ASTAG (l’Associazione Svizzera dei trasportatori stradali) Ticino, dal sindacato OCST e dalle Les Routiers Suisses Regione Ticino e Moesano. 

Il contratto – precisano le parti sociali – entrerà in vigore il prossimo primo luglio per le aziende affiliate all’ASTAG (le altre dovranno attendere fino alla pubblicazione del Decreto di forza obbligatoria sul Foglio ufficiale) e avrà durata fino al 31 dicembre 2023.

«Siamo soddisfatti. Questo è un importante strumento destinato ad incidere in modo determinante sulle condizioni di lavoro di circa 1300 lavoratrici e lavoratori impiegati in circa 200 aziende del settore e attivi nel trasporto di persone e di cose, sia per conto proprio che per conto terzi, come pure per le aziende che si occupano di sollevamenti con autogru e camion gru su tutto il territorio cantonale».

Le parti sociali ricordano come il settore sia vitale per l’economia cantonale: «Basti pensare alla diversificazione dell’attività con funzioni essenziali in campi come la rimozione della neve, lo smaltimento dei rifiuti, le canalizzazioni, la distribuzione di prodotti alimentari, latte, carburante, ma anche il trasporto anziani e disabili».

Il contratto unico, viene ricordato ancora nella nota, «è uno strumento essenziale» in un settore particolarmente esposto al dumping. Nel corso del 2016 – conclude la nota – la Commissione Tripartita in materia di Libera circolazione delle persone aveva commissionato all’Ufficio
dell’ispettorato del lavoro un’inchiesta sul settore autotrasporti, in particolare sulle aziende non firmatarie del CCL di categoria esistente. «L’inchiesta aveva riscontrato che il totale degli abusi risultava superiore al 30% e, per le assunzioni degli ultimi due anni, superiore al 67%. Da questo risultato era emersa la necessità di creare un contratto normale di lavoro che assoggettasse tali aziende».

Fonte: TIO

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