Un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed al contrabbando di prodotti petroliferi è stata smantellata dai finanzieri del Comando provinciale di Taranto. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno arrestato 73 persone e denunciato 132 con l’accusa di aver sottratto dalla raffineria Eni di Taranto e rivenduto “in nero”, tramite distributori e depositi compiacenti, ingenti quantità di gasolio destinato alle navi, gravato così da imposte molto più basse

TARANTO –
Scoperta e smantellata dai finanzieri del Comando Provinciale di Taranto un’organizzazione delinquenziale finalizzata alla truffa e al contrabbando di prodotti petroliferi è stata: sono state arrestate 73 persone. Gli investigatori hanno denunciato complessivamente 132 persone e sequestrato 28 autocisterne.
Tra le persone denunciate – informa una nota della Guardia di finanza – ci sono anche dirigenti e funzionari della raffineria.
Gli indagati sono accusati di aver sottratto dalla raffineria Eni di Taranto e rivenduto “in nero”, tramite distributori e depositi compiacenti, ingenti quantità di gasolio destinato alle navi e, quindi, gravato da imposte molto più basse. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Bari e Taranto, in collaborazione con i militari di Bari della guardia di finanza.
Nel corso dell’indagine, denominata ‘Operazione Marenero’ e’ emerso che i carburanti raffinati, gasolio e benzina, in uscita dall’impianto tarantino di Eni venivano sostituiti con prodotti di minor valore come petrolio grezzo, gasolina o biodiesel, per essere poi immessi nella rete di distribuzione a titolari ‘compiacenti’ di depositi e distributori stradali di carburanti, o destinandoli all’autoconsumo.
Il cosidetto gasolio ‘bunker’, infatti, spiega una nota della Guardia di Finanza di Taranto, essendo destinato alle navi, è considerato come provvista di bordo e soggiace solo ai diritti doganali (imposizioni strettamente connesse alle operazioni di dogana) e non anche ai diritti di confine ed al pagamento delle accise.
L’associazione per delinquere, aveva come promotore il presidente del consiglio di amministrazione di due società di trasporti di carburanti con sede amministrativa a Bari e legale a Taranto. L’associazione vedeva coinvolti anche dirigenti, funzionari e dipendenti della raffineria Eni di Taranto: uno spedizioniere doganale, titolari di depositi e distributori stradali di carburanti, soci e dipendenti di aziende di trasporti di carburanti, autisti di autocisterne.
Anche molti gestori che non hanno partecipato alla frode sono stati truffati scaricando nei loro impianti i prodotti grezzi o miscelati con acqua o mediante autobotti con valvole e tubazioni manomesse che, durante lo svuotamento, reindirizzavano il flusso verso compartimenti nascosti dentro le cisterne.
Così, dopo una serie di indagini e controlli, sono state denunciate all’autorità giudiziaria 132 persone, delle quali 73 in stato di arresto e sono state sequestrate 28 autocisterne utilizzate per l’illecita attività, del valore complessivi di circa 7 milioni di euro.
Fonte: RAI GIORNALE RADIO