Roma – La recente chiusura del traforo del Monte Bianco, che si aggiunge a quella prolungata del Frejus, riaccende il dibattito sulla necessità di ridiscutere il Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi. A lanciare l’allarme è Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto, che sottolinea come questi blocchi rischino di compromettere l’intera catena logistica nazionale.
Il silenzio del sistema produttivo sul Protocollo delle Alpi
“La FAI-Conftrasporto lo ripete da tempo: il Protocollo delle Alpi è un nodo strategico della politica dei trasporti italiana. Tuttavia, al di là di qualche presa di posizione isolata, gran parte del mondo produttivo resta in silenzio o si limita a timidi accenni,” afferma Uggè.
Il Protocollo, firmato nell’ambito della Convenzione delle Alpi, punta a limitare l’impatto ambientale del trasporto merci nell’area alpina, ma secondo Conftrasporto sta diventando un ostacolo strutturale alla competitività italiana, in particolare per l’export.
Il Governo deve agire subito per evitare il blocco dell’export
“Il Governo italiano deve intervenire con urgenza”, incalza Uggè. “È impensabile ignorare le conseguenze economiche dei continui blocchi alle vie di uscita delle merci dal nostro Paese: si rischia un rallentamento della crescita, un calo della competitività e una perdita significativa di PIL nazionale.”
Monte Bianco e Frejus: non solo coincidenze
La chiusura simultanea di due delle principali vie di transito verso l’Europa – Monte Bianco e Frejus – solleva interrogativi importanti sulla gestione della mobilità alpina. Secondo FAI-Conftrasporto, non si tratta di semplici coincidenze, ma del risultato di una strategia poco attenta agli interessi logistici dell’Italia.
“Se il Brennero viene ostacolato da un lato, e il Monte Bianco dall’altro, mettiamo in difficoltà il 50% dell’economia nazionale, fortemente dipendente dalla mobilità delle merci su gomma,” conclude Uggè.
Ridiscutere il Protocollo trasporti: una priorità per l’Italia
La revisione del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi è oggi più che mai una priorità politica. Serve un tavolo europeo che tenga conto delle esigenze specifiche di paesi esportatori come l’Italia, senza compromettere la sostenibilità ma garantendo continuità, efficienza e competitività alla logistica nazionale.
Fonte: FAI