L’Unione europea chiede un intervento immediato per sbloccare la situazione procovata dalle agitazioni degli autotrasportatori che sta provocando disagi fortissimi soprattutto nel meridione dove manca carburante e generi alimentari di prima necessità. Intanto la polizia blocca quattro camionisti che avevano aggredito autisti non aderenti allo sciopero. Stabilimenti Fiat chiusi per il terzo giorno consecutivo.
Il meridione è in ginocchio per lo sciopero degli autotrasportatori e per i blocchi che paralizzano la circolazione delle merci. In Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata cominciano a scarseggiare i beni alimentari di prima necessità, la benzina è praticamente introvabile, mentre alcuni sindaci della piana di Gioia Tauro stanno per prendere la decisione di chiudere le scuole. I panificatori lanciano l’allarme, manca la farina e sul fronte dei rifiuti si profila una vera e propria emergenza, tanto che molti municipi hanno sollecitato i cittadini a “tenere in casa le buste della spazzatura” altrimenti non trasportabili nelle discariche.
Le organizzazioni dei camionisti in sciopero annunciano che “faranno di tutto per far sospendere i blocchi stradali e le agitazioni entro domani”, ma alzano le braccia di fronte ad una possibile “sollevazione” della base che rifiuta di accettare le indicazioni sindacali. “Faremo di tutto perchè il fermo rientri entro domani”, ha detto Franco Pensiero, presidente di Trasporto Unito, lasciando Montecitorio dove oggi ha incontrato i vertici della Lega. “Quello che succederà sulla strada”, ha aggiunto, “purtroppo non lo possiamo prevedere”. E c’è anche chi, come Tommaso Alessi di TrasportoUnito, annuncia una mobilitazione ad oltranza, adducendo a giustificazione “la disperazione dei camionisti”.
Si moltiplicano anche le aggressioni e gli incidenti. In provincia di Campobasso sono stati esplosi colpi di arma da fuoco contro un Tir che non si era fermato al blocco degli scioperanti, in Puglia ci sono state diversi “assalti” agli autotrasportatori che lavoravano, tanto che la polizia ha proceduto anche a degli arresti.
Disagi anche nel nord: a Genova, Spediporto pensa anche all’ipotesi di una class action a fronte dei danni derivanti.
“A fronte del perdurare del blocco operativo messo in atto – si legge in una nota -, l’associazione sta valutando interventi legali volti alla richiesta di risarcimento dei danni prodotti dall’ illegittimo comportamento posto in essere da chi, in sfregio al pur lecito diritto di scioperare, sta impedendo all’utenza portuale ed ai nostri Associati di poter lavorare garantendo così il servizio ai propri clienti e mandanti”.
E sulla situazione dell’autotrasporto nel nostro paese arriva il monito della Ue: “L’Italia deve intervenire per risolvere rapidamente il problema e assicurare la libera circolazione delle merci”. Questa la sollecitazione rivolta dal commissario Ue Antonio Tajani al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri nel corso di un colloquio telefonico svoltosi questa mattina.
La situazione del trasporto merci in Italia, ha osservato Tajani, è migliorata ma “davanti al perdurare di alcuni ostacoli e ai danni economici che questi stanno causando questa mattina ho chiamato nuovamente Cancellieri per insistere sulla necessità di intervenire quanto prima per fare in modo che le norme europee vengano rispettate”.
Il ministro, ha poi aggiunto il commissario, “mi ha assicurato che c’è la volontà politica di intervenire per risolvere il problema. Riconosco che non è facile, ma è un nostro dovere insistere per il rispetto del regolamento Ue che fissa disposizioni ben precise per assicurare la libera circolazione delle merci”. Un regolamento, ha ricordato Tajani, varato in seguito a quanto accaduto sulle strade francesi nel ’97, quando gli agricoltori locali, per protesta, attuarono un blocco sistematico dei camion carichi di fragole provenienti dalla Spagna.
Intanto, quattro autotrasportatori sono stati sottoposti a fermo dalla polizia a Trani con le accuse di violenza privata aggravata e continuata.
Dopo gli arresti di ieri in diverse zone d’Italia, secondo quanto si è appreso, nei pressi del casello autostradale di Andria due Tir sono stati costretti a fermarsi perchè inseguiti e poi bloccati da due autovetture di grossa cilindrata, una delle quali, mettendosi di traverso, ha bloccato la strada. A bordo delle auto c’erano alcune persone che hanno minacciato gli autisti, intimandogli di non proseguire la corsa.
Ma i malcapitati avevano già allertato telefonicamente il “113” e nel giro di pochi minuti sono sopraggiunte le pattuglie della polizia stradale, che sono riuscite a bloccare una delle due auto, con a bordo quattro persone. Dagli accertamenti è emerso che si trattava di autotrasportatori della zona, e sulla loro vettura sono stati anche scoperti chiodi a “quattro punte”, del tipo utilizzati dai contrabbandieri e dai rapinatori per forare i pneumatici di eventuali inseguitori.
LA PROTESTA DEI FORCONI
INVESTITO E UCCISO UN MANIFESTANTE
I presidi degli autotrasportatori sono ancora attivi in Calabria al quarto giorno di mobilitazione. Sono ancora fermi i tir in corrispondenza degli svincoli dell’A3 Salerno-Reggio Calabria, sulla statale 106, all’imbocco della strada Ionio-Tirreno e all’altezza di Grotteria Mare.
Mezzi pesanti parcheggiati anche sulla statale 18, a Scalea, Tortora e Guardia Piemontese, nel cosentino e, nel catanzarese, a Settingiano sulla statale 280 Catanzaro-Lamezia e a Botricello. Situazione invariata rispetto ai giorni scorsi anche agli imbarcaderi di Villa San Giovanni. E si fa sempre più critica la situazione per quanto riguarda l’approvvigionamento da parte di negozi e supermercati di prodotti alimentari di prima necessità come latte, farina e uova.
‘Gli autotrasportatori sono disperati perchè faticano ad andare avanti e per questo ci aspettiamo le necessarie risposte dal governo. Soprattutto le piccole aziende sono in una fase terminale”. Lo afferma il segretario provinciale di Trasportounito Fiap di Frosinone, Nunzio Tronconi, al quarto giorno consecutivo di sciopero dei Tir che sta creando forti disagi in Ciociaria.
“Andremo avanti fino a domani – aggiunge Tronconi – e lo faremo sempre in modo civile. Le adesioni sono aumentate nella serata di ieri”. Rincaro gasolio e dei pedaggi autostradali, costo delle assicurazioni e ritardi nei pagamenti sono le principali rivendicazioni di Trasportounito Fiap. ” Così non possiamo continuare – si accalora un ‘padroncino’ – non riusciamo più neanche a sostenere i costi vivi per la nostra attività.
Non ce la facciamo più a pagare il gasolio e le spese quotidiane ormai sono insostenibili”. La polizia stradale confer,a che è ripreso il presidio vicino al casello dell’A1 a Frosinone.
Ancora qualche blocco in Sardegna da parte del movimento che raggruppa gli autotrasportatori e il movimento degli artigiani e commercianti liberi contro Equitalia. La protesta si è concentrata soprattutto nel Sulcis-Iglesiente mentre sono stati rimossi i presidi sulla statale 131 alle porte di Cagliari. Nel capoluogo risulta solo la presenza di alcuni mezzi nel porto industriale ma non si registrano problemi.
Nuovi blocchi, invece, sono stati predisposti sulla statale 126 Carbonia-Sant’Antioco, uno all’entrata del paese e l’altro al chilometro 12,800.
Proseguono i blocchi sulla strada provinciale 2 a Villamassargia e sulla statale 130 al km 47 e nei pressi di Cagliari. Nel nord Sardegna rimane un presidio nel porto di Olbia ma non si registrano particolari problemi.
Gli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e la Sevel saranno fermi anche oggi tutto il giorno a causa dello sciopero degli autotrasportatori. L’attività non riprenderà, infatti, neanche al secondo turno.
E riprende anche la lotta in Sicilia: esclusi, però, nuovi blocchi. “Deludente”. E’ il giudizio netto del leader del Movimento dei forconi, Mariano Ferro, il giorno dopo il confronto a Palazzo Chigi tra il premier Mario Monti e il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. “Quando si parla di tavoli tecnici sappiamo come funziona. E’ solo un modo per prendere tempo, per dire che si stanno impegnando, mentre noi continuiamo a morire”. Così, poichè la vertenza Sicilia “non è stata risolta e non vogliamo che muoia vanamente un movimento che è cresciuto in queste settimane, continueremo la nostra lotta”.
Esclude Ferro, però, il ricorso a nuovi blocchi: “L’agitazione e la lotta proseguiranno in modo pulito, senza danneggiare i siciliani”. Il responsabile dei ‘Forconi’ ha anche detto di avere chiesto un incontro al governatore: “Poi decideremo il da farsi”, ha concluso.
Sullo sciopero dei Tir interviene anche la Coldiretti. Sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti alimentari deperibili come i fiori e la frutta e la verdura che non hanno potuto recarsi al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo sciopero. Lo afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che al danno economico, salito a 150 milioni per l’agroalimentare Made in Italy, si aggiunge quello occupazionale che colpisce particolarmente giovani e immigrati, che rappresentano una buona parte dei lavoratori impegnati nel settore agroalimentare a tempo determinato.
Preoccupazione della Cia-Confederazione italiana agricoltori: “I blocchi degli autotrasportatori Iniziano a ridursi, ma ci vorrà più di una settimana per ritornare alla normalità. Intanto però sale la conta dei danni provocati dal fermo della circolazione, dato che in italia l’88,3 per cento delle merci viaggia su strada e 9 prodotti alimentari su 10 percorrono più di una ‘mille miglia’ per arrivare dal campo allo scaffale del supermercato. Le prime stime sono da brivido: considerando tutte le attività paralizzate dallo sciopero dei tir, dalla coltivazione alla raccolta, dalla trasformazione alla vendita nella gdo, la perdita secca per l’intera filiera agroalimentare italiana arriva a 200 milioni di euro, di cui praticamente la metà ricade solo sull’agricoltura”.
Fonte LA REPUBBLICA.IT