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L’autotrasporto si ferma il 23 gennaio

L’autotrasporto si ferma il 23 gennaio. Lo rende noto Conftrasporto (Confederazione Trasporto, Spedizione e Logistica) in una lettera firmata Unatras e inviata oggi al ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, e al viceministro Mario Ciaccia. Stop il 16 a Palermo e la settimana successiva in tutta Italia. La categoria vuole incontrare il governo per salvare un comparto in profonda crisi, subissato di accise e imposte.
Di seguito la lettera.

“Prendiamo atto con grande rammarico e con grande preoccupazione della vostra indisponibilità ad incontrare le organizzazioni che rappresentano il mondo dell’autotrasporto e della logistica. Non è necessario spiegare a dei valenti economisti come voi , l’importanza sociale ed economica che le nostre imprese hanno per il nostro Paese.
E’ perciò incomprensibile il rifiuto che ci avete opposto.
Riteniamo necessario segnalarVi che già dal prossimo sedici gennaio gli autotrasportatori siciliani si fermeranno per una settimana. Nella settimana successiva si attuerà invece il fermo nazionale dell’autotrasporto. Tuttavia la partenza di un fermo regionale, quello siciliano, potrebbe innescare una protesta spontanea a catena su tutto il territorio nazionale e in questo caso sarebbe molto difficile controllarla e soprattutto socialmente pericoloso considerato il fortissimo grado di tensione che attraversa la categoria.
Vi abbiamo chiesto un incontro per illustrare le necessità di centoventimila imprese italiane, incontro che non può essere subordinato al pronunciamento del Tar, che è bene evidenziarlo, è chiamato a pronunciarsi esclusivamente sulla correttezza formale di un atto amministrativo prodotto dall’osservatorio dell’autotrasporto e non certo sulla scelta politica di una norma che è stata promulgata dal parlamento italiano e recentemente confermata dal Governo attuale attraverso l’approvazione di un ordine del giorno.
Signori ministri, una eventuale strumentalizzazione di un’ordinanza del Tar potrebbe scatenare una protesta immediata da parte delle imprese dell’autotrasporto italiano.
E’ molto complicato comprendere la volontà di incontrarci solo dopo il pronunciamento del Tar, che ripetiamo, non ha nulla a che vedere con un impianto normativo che è stato già valutato positivamente anche da tutte le confederazioni della committenza ad eccezione della solita Confindustria. Giova ricordare inoltre che anche la Commissione Europea ha ritenuto compatibili i costi della sicurezza con l’ordinamento comunitario.
Vi rivolgiamo l’ennesima richiesta di incontro. Augurandoci di poterVi incontrare presto porgiamo distinti saluti.”
Fonte: INFORMAZIONI MARITTIME

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