Tra le norme che il Governo sta predisponendo in queste ore per tentare di convincere i mercati finanziaridella propria volontà di realizzare importanti riforme, deve trovare spazio anche l’abrogazione dell’Art. 8comma 3 bis del Decreto legge 138 convertito in Legge 148/2011.
L’Autorità antitrust ritiene, infatti, che quella norma sia suscettibile di interpretazioni contrastanti visto che‐ ambiguamente ‐ dispone l’applicazione al personale dipendente di tutte le imprese ferroviarie dei’contratti collettivi nazionali di settore’, con l’intento evidente di imporre l’applicazione erga omnes delcontratto delle Ferrovie dello Stato.
L’imposizione per legge di quel contratto ‐ pubblicamente contestato per la sua onerosità anche dal suounico sottoscrittore, cioè il monopolista di fatto Ferrovie dello Stato ‐ è finalizzata a stroncare sul nascere laconcorrenza tra imprese ferroviarie.
E’ paradossale che, mentre si riforma la normativa sul lavoro consentendo libertà di contrattazione al livellopiù vicino alle specificità aziendali, nel caso delle Imprese ferroviarie si disponga d’imperio l’esattocontrario.
Certamente non è questa la strada giusta per fermare l’emorragia di traffico che FS Cargo ha registratoanche nei primi sei mesi del 2011, mentre le Imprese ferroviarie private trasportano ormai 1/3 dell’interotraffico ferroviario nazionale.
E neppure è la strada giusta per convincere i mercati della volontà di riformare un settore che,quotidianamente, viene definito vitale per l’economia nazionale.
Assologistica ritiene che le proposte degli Operatori privati del settore e delle loro Associazioni meritino daparte del Governo immediata maggiore attenzione.
Fonte: ASSOLOGISTICA
