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Patto tra camorra e mafia per il trasporto delle merci

Sei arresti tra Sicilia e Campania “Così controllavano l’ortofrutta”.
Camorra e mafia alleate per spartirsi due formidabili business: il trasporto delle merci su gomma e il controllo dei mercati ortofrutticoli. In sei si sono visti notificare oggi un’ordinanza di custodia cautelare per reati che vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa all’illecita concorrenza, all’intestazione fittizia di beni, alla detenzione di armi da guerra. Tra loro ci sono Gaetano Riina, fratello di Tot?, e Nicola Schiavone, figlio di Francesco ‘Sandokan?, uno dei capi del clan dei casalesi.
Tra i destinatari anche i fratelli siciliani Massimo e Antonio Sfraga, ritenuti legati al boss latitante Matteo Messina Denaro. Precedenti ordinanze nei confronti dei sei, emesse lo scorso mese di ottobre, erano state annullate dal Tribunale del Riesame con una motivazione che aveva suscitato scalpore: il gip Pasqualina Paola Laviano si era limitata a copiare e incollare paragrafo per paragrafo la richiesta presentata dalla Procura, senza valutare gli elementi di prova. I pm Cesare Sirignano, Francesco Curcio e Ivana Fulco hanno però reiterato la richiesta e lo stesso gip ha emesso una nuova misura, nella quale si difende dalle accuse mosse dal Riesame (gli atti relativi all’annullamento, tra l’altro, sono stati chiesti dal ministro della Giustizia, Paola Severino).
Laviano rivendica la validità del primo provvedimento, rifacendosi a diverse sentenze della Cassazione, mentre i colleghi del Riesame ne avrebbero richiamato appena una ‘solo parzialmente ed in modo distonico rispetto all’orientamento costante e pacifico della Suprema Corte?.
Al di là delle polemiche, il provvedimento conferma l’alleanza stretta tra casalesi e corleonesi per il controllo dei mercati ortofrutticoli dalla Sicilia fino al basso Lazio; fondamentali le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia tra cui Gianluca Costa, siciliano di origine e per anni collaboratore di Costantino Pagano, titolare della società di trasporti ‘La Paganese? e prestanome della famiglia Schiavone. Pagano, è emerso dalle indagini, per coprire alcune tratte si serviva dei mezzi di un altro autotrasportatore, Carmelo Gagliano, anch’egli tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare e arrestato stamane. Titolare della AFM – Auto Frigo Marsala, Gagliano stato nei giorni scorsi tra i leader della protesta dei forconi in Sicilia. Un altro collaboratore, Francesco Cantone, ha riferito di un incontro avvenuto dopo l’arresto di Costantino Pagano tra Nicola Schiavone e Michele Zagaria, l’altro capo del clan dei casalesi arrestato lo scorso dicembre dopo una latitanza durata 15 anni.
Quest’ultimo ambiva ad estendere la propria influenza sullo strategico mercato di Fondi (Latina), uno dei più grandi d’Europa, attraverso commercianti ed imprenditori a lui collegati. In quella circostanza, riferisce il pentito, Nicola Schiavone intimà al latitante di non intromettersi con una frase inequivocabile: ‘Michele tu vuoi bene a mio padre? Allora devi volere bene anche a me! Lascia stare il mercato di Fondi perchè è una cosa che me la vedo io?.
Proprio oggi, intanto, nell’aula bunker del carcere di Poggioreale si è concluso il processo con rito abbreviato a trenta persone coinvolte in un’inchiesta analoga. Trenta le condanne decise dal gup Antonio Cairo, tra cui 14 anni a Costantino Pagano, accusato di associazione camorristica, armi, fittizia intestazione di beni e concorrenza illecita, e tre anni ai fratelli Sfraga, accusati a loro volta di concorrenza illecita aggravata dall’avere agito per agevolare un’organizzazione criminale. Gli autotrasportatori che provavano a trasportare prodotti ortofrutticoli sulle stesse tratte di casalesi e corleonesi venivano estromessi con la forza, spesso in maniera brutale.
Fonte: LA STAMPA

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