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Dazi De Ruvo (Confetra) “Dopo l’accordo doganale occorre lavorare sulle nostre debolezze” TRANSPORTONLINE

Dazi, De Ruvo (Confetra): “Dopo l’accordo doganale occorre lavorare sulle nostre debolezze”

Il presidente di Confetra: “Ridurre le barriere interne del 10% aumenterebbe il PIL dell’UE del 7%. Servono riforme strutturali e più integrazione”.

L’intesa raggiunta tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi rappresenta un passo avanti importante verso la riduzione delle tensioni commerciali globali. Ma per Carlo De Ruvo, presidente di Confetra, non basta. “Dopo questo accordo doganale – afferma – è urgente intervenire sulle debolezze strutturali dell’Europa, a partire dalle barriere interne che ancora frammentano il mercato unico.”

Le barriere interne costano all’Europa produttività e crescita

Secondo De Ruvo, le barriere commerciali interne all’UE hanno effetti economici molto gravi. “Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) – continua – queste barriere equivalgono a un costo ad valorem del 44% sui beni manifatturieri e del 110% sui servizi. Un ostacolo nascosto che incide su produttività, concorrenza, prezzi e redditi”.

L’impatto sul sistema economico europeo è evidente:

  • Produttività UE più bassa del 20% rispetto agli Stati Uniti

  • Reddito pro capite inferiore del 30%, anche nei Paesi europei più forti

Un’occasione di rilancio: -10% di barriere = +7% di PIL UE

I dati del FMI parlano chiaro: una riduzione del 10% delle barriere interne al commercio e alla produzione multinazionale potrebbe generare un aumento del PIL europeo del 7%.

Per ottenere questo risultato, secondo Confetra, servono azioni concrete:

  • Aprire settori ancora protetti

  • Liberalizzare i servizi

  • Armonizzare le normative

  • Ammodernare le infrastrutture di frontiera

Serve un’Europa più coraggiosa per una vera autonomia industriale

“L’Europa ha le carte in regola per diventare protagonista nello scenario globale” – conclude De Ruvo – “ma servono scelte coraggiose, riforme strutturali e una strategia che rimetta il mercato unico al centro. È lì che si gioca la vera sfida della competitività europea e dell’autonomia industriale del continente”.

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