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Domani a Genova si terr un seminario sull’arbitrato marittimo

promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza e dell'Associazione Italiana per l'Arbitrato

Genova può nuovamente diventare una delle capitali mondiali dell’arbitrato marittimo. Questo messaggio sarà lanciato domani nell’aula magna dell’Università di Genova in via Balbi nel corso di un seminario sull’arbitrato marittimo promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza e dell’Associazione Italiana per l’Arbitrato.

«Questo tipo di arbitrato, che riguarda le controversie inerenti i rapporti del diritto marittimo – ha ricordato Andrea La Mattina, uno dei relatori all’incontro e professore a contratto di Diritto della navigazione presso l’Università di Genova – si segnala per la sua specificità rispetto all’arbitrato commerciale internazionale e rappresenta un modo di soluzione delle controversie nel quale più che le singole leggi statali viene in rilievo l’applicazione di quella che si può definire “lex maritima”, ovvero una sorta di diritto transnazionale che contiene principi e regole del commercio marittimo internazionale». Si tratta di un fenomeno di stretta competenza del mondo dello shipping, ma diffuso in tutto il mondo e, in particolare, presso le istituzioni arbitrali di Londra (London Maritime Arbitration Association) e New York (Society of Maritime Arbitrators) che gestiscono il 90% del mercato mondiale degli arbitrati marittimi, generando una considerevole attività professionale di altissimo livello e un consistente indotto economico. 

«Al riguardo – ha rilevato La Mattina – la competenza degli avvocati marittimisti genovesi, riconosciuta anche all’estero, potrebbe essere il motore propulsivo per rilanciare la nostra città come sede di arbitrati marittimi. Ci rendiamo conto della innegabile supremazia di Londra e New York; si tratta di una provocazione, nel senso buono del termine, ma anche di un modo per richiamare l’attenzione sulla necessità di lanciare sfide ambiziose che si basino sulla tradizione di Genova e sulle sue eccellenze professionali, spesso sottovalutate o addirittura ignorate».

Fonte: INFORMARE

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