09 Lug 2014
Il ministro tedesco dei trasporti Alexander Dobrindt ha presentato un controverso progetto per l'introduzione dal 2016 di un pedaggio autostradale per chi ha intenzione di attraversare la Germania a bordo di mezzi con targhe straniere.
L'avversione degli automobilisti tedeschi verso i pedaggi stradali è cosa nota e anche un recente sondaggio dell'ADAC (Allgemeiner Deutscher Automobil-Club) l'equivalente dell'ACI italiano, lo ha confermato.
Cosa diversa è se il pedaggio viene fatto pagare agli stranieri che circolano su suolo teutonico. In questo caso i “sì” crescono in maniera notevole. Probabilmente a conoscenza di questo sentiment, l'Unione Cristiano-Sociale (CSU), il partito gemello dei Cristiano Democratici (CDU) della Cancelliera Angela Merkel, ha deciso di reperire i fondi necessari a rimettere in sesto la fitta rete di straßen tedesche, giudicate ormai in condizioni precarie a causa dell'austerity, tassando gli automobilisti che mettono piede in Germania. A partire dal 2016, recita la bozza presentata, tutti coloro che accedono alle strade tedesche dovranno pagare un pedaggio che va dai 10 euro per dieci giorni a circa 88 euro per un anno. I cittadini, però, potranno rientrare della spesa attraverso sconti sulle tasse. Perché non esentare direttamente i cittadini dal pedaggio? Perché in questo caso Berlino sarebbe accusata di discriminare gli altri Stati europei rischiando sanzioni da Bruxelles. Perché, allora, non far pagare il pedaggio a tutti, visto che in moltissimi Paesi, tra i quali l'Italia, le autostrade non fanno sconti a nessuno? Probabilmente perché la popolazione si rivolterebbe, visto che paga già molte tasse e che difficilmente perdonerebbe un simile sgambetto da parte del partito che ha votato. Sembra comunque che il progetto non farà molta strada. Il Ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, membro della CSU e tra i promotori del'iniziativa, ha detto di aver interpellato esperti e giurato che il pedaggio agli stranieri non viola le leggi comunitarie. Ma molti altri addetti ai lavori scuotono la testa. La Germania non solo rischia il “linciaggio” da parte dell'Unione Europea e di molti Stati confinanti (Austria in testa) i cui cittadini percorrono quasi abitualmente il suolo tedesco, ma anche un buco nell'acqua a livello di fondi reperiti. Al massimo entrerebbero nelle casse statali 630 milioni di euro l'anno. Pochi per le necessità infrastrutturali del Paese, che il Fondo Monetario Internazionale ha quantificato in 14 miliardi di euro. Si attende ora il verdetto della Commissione Europea.
Fonte: CNA FITA