04 Lug 2014
Nell’ambito della campagna SicuraMente, promossa da Jungheinrich, Linde, OM STILL e Toyota, proponiamo l’intervista all’ing. Stefano Rocca, Head of Racks and Trucks Sales in Jungheinrich Italiana, che offre utili informazioni per definire le caratteristiche di uno scaffale sicuro in magazzino.
Quali sono in sintesi le condizioni necessarie per qualificare una scaffalatura sicura?
Si parla di scaffalatura sicura quando tutte le scelte progettuali relative a un impianto (configurazione geometrica, tipo di materiale utilizzato, eventuale presenza di strutture di irrigidimento e margini di sicurezza previsti) derivano da un’attenta considerazione di tutti gli aspetti fondamentali di un progetto, quali le unità di carico, il tipo di carrello e il tipo di movimentazione proprie dell’installazione in esame.
Altrettanto importanti sono il rispetto delle tolleranze di montaggio secondo le normative vigenti e l’uso corretto delle scaffalature. A tal fine è necessario mantenere le condizioni di progetto, prestando una costante attenzione a che ogni componente si trovi in condizioni perfette e sia idoneo allo scopo previsto, per evitare di compromettere la stabilità della scaffalatura.
Nello specifico cosa prevede il vostro servizio per le manutenzioni programmate?
Il servizio offerto dalla nostra azienda, effettuato da personale esperto e adeguatamente formato, prevede:
- Verifica delle caratteristiche progettuali originarie dell’impianto: dagli archivi vengono estratte le specifiche esecutive della scaffalatura tra cui il layout di montaggio, i materiali impiegati, le unità di carico stoccate, etc.
- Sopralluogo in magazzino: viene eseguito un dettagliato controllo da terra oppure in quota di ogni elemento della scaffalatura, con particolare attenzione a deformazioni plastiche, disallineamenti, modifiche altimetriche al progetto originale o eventuale incongruenza delle unità di carico.
Questa attività permette di identificare gli elementi danneggiati che necessitano di manutenzione e per ogni danno viene effettuato un approfondimento sulle cause in modo che si possano comprendere le dinamiche e trovare, se il caso lo richiede, possibili soluzioni alternative.
E cosa succede dopo i vostri controlli?
Al controllo dettagliato segue un report complessivo di quanto riscontrato che riporti posizione e tipologia degli elementi non più idonei all’utilizzo ed eventuali osservazioni sulle condizioni generali riscontrate.
In particolare viene redatto un layout aggiornato dell’impianto ispezionato con le indicazioni puntuali degli elementi danneggiati classificandoli in base all’entità della deformazione. Il tutto è poi integrato da una relazione descrittiva delle condizioni generali riscontrate, dalla diagnosi delle possibili cause di anomalia, da un report fotografico e dalla distinta dei componenti da sostituire e/o manutenere.
A seguito della prima ispezione viene inoltre compilato l’apposito “Libretto di controllo e manutenzione” delle scaffalature, aggiornato di volta in volta dopo ogni ispezione, da conservare almeno per 3 anni a disposizione degli organi di vigilanza. In funzione di quanto riscontrato si definisce la frequenza dei controlli successivi.
In sintesi quali sono i vantaggi per le aziende?
Molti impianti di scaffalatura, a distanza di tempo, rischiano di perdere le proprie caratteristiche di stabilità e di portata a causa degli urti che spesso la struttura subisce da parte dei mezzi di movimentazione interna. Questi possono danneggiare le strutture portanti fino a portarle a situazioni estremamente pericolose come il cedimento e il collasso delle scaffalature stesse.
Effettuare le ispezioni periodiche e la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto significa prevenire danni alla struttura e alla merce, non esporre i lavoratori a condizioni di lavoro pericolose ed evitare costose interruzione dell’attività lavorativa e degli interventi di ripristino.
Fonte: SDWWG