06 Feb 2013
Allarme alla Coopservice di Reggio Emilia dove l'azienda ha chiesto di applicare il 70% del contratto e tagliato la mensa. I sindacati: "C'è aria di dismissione". Alla Sda in provincia di Bologna i corrieri pronti a bloccare tutto: "Tocca a noi fare gli ispettori del lavoro".
La bomba della logistica è di nuovo pronta ad esplodere. Un conflitto sindacale fatto di vertenze anche dure, come nel caso dell'Ikea di Piacenza, che potrebbe farsi sentire di nuovo. Un settore, quello della logistica, che per lavoratori e sindacalisti è ormai un incubo, dominato com'è da una competizione che appalto dopo appalto erode le buste paga e costringe le aziende, per restare sul mercato, a violare sistematicamente i contratti di lavoro. Due le situazioni scottanti: a Reggio Emilia, dove i sindacati temono la perdita di 800 posti di lavoro tra i facchini della Coopservice, e a Sala Bolognese, dove i lavoratori del magazzino del centro di smistamento pacchi Sda sono da giorni in agitazione.
A Reggio Emilia i sindacati hanno lanciato l'allarme dopo la richiesta dell'azienda di applicare il contratto al 70%, con la conseguente riduzione di paga oraria e diritti. Dal primo di gennaio Coopservice, colosso emiliano da 15mila addetti, ha anche deciso di tagliare il servizio mensa per i suoi 800 facchini. Un modo per risparmiare sul costo del personale, spiegano i sindacati, che vedono la mossa aziendale come il primo passo verso la chiusura del settore logistica. “I primi segnali ci sono già – spiegano Ciro Maiocchi (Filt Cgil)e Massimo Pastena (Fit Cisl) – Coopservice ha rinunciato a nuovi contratti nel settore e ne ha disdetto uno da 160 addetti sei mesi fa”.
Coopservice precisa che non c'è nessuna volontà di dismettere il settore logistica, ma che “una razionalizzazione è necessaria per riportare i costi a livelli compatibili con quelli di mercato”. Non solo: per quanto riguarda l'uscita dagli appalti in perdita l'azienda parla di scelta necessaria in un mercato “tra i più esposti alla concorrenza sleale”.
I sindacati parlano del settore della logistica come di “una giungla” dove le aziende – spesso si tratta di cooperative – si affrontano sul terreno del costo del lavoro, scaricando quindi tutta la competizione sulle spalle di facchini e corrieri. Eppure la figura del facchino è sempre più quella di un lavoratore specializzato, che usa le braccia certo, ma che deve anche scegliere la merce per formare gli ordini o operare a 20 gradi sotto zero nei capannoni dove si accumulano i prodotti freschi e congelati per i grandi supermercati.
“Coopservice – racconta Maiocchi della Cgil –applica il contratto nazionale e chiede 18 euro l'ora per i propri facchini, purtroppo sul mercato c'è chi si sta portando a casa appalti offrendo 11 o 12 euro l'ora”. Leggi tutta la notizia
Fonte: IL FATTO QUOTIDIANO