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24 Feb 2017

Camionisti sottopagati uguale pericoli che viaggiano a tutta velocità

 

L’Italia ha puntato sulla formazione altamente qualificata delle nuove leve.

 

Un conducente di Tir che guadagna poche  centinaia di euro al mese può davvero essere un professionista della guida? Può davvero essere una persona capace di assicurare la sicurezza sulle strade? La risposta a entrambe le domande è no. Per tutta una serie di ragioni che Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio è pronto a ribadire a gran voce al Transpotec di Verona, uno dei più importanti saloni del trasporto, nel convegno in programma venerdì 24 febbraio  alle 14.30 e intitolato “Legalità e sicurezza nell’autotrasporto”. 

 

“La paga media di un autista professionale italiano può superare i 2mila euro netti mensili, quella di un autista dei Paesi dell’Est, quando va bene, ammonta a meno della metà. Fra il 2003 e il 2015 il traffico in entrata su gomma nel nostro Paese coperto dalle imprese italiane è crollato del 60 per cento, mentre per le imprese di trasporti dell’Europa dell’Est la crescita è stata addirittura del 700 per cento, con pesanti conseguenze anche sul piano della sicurezza”, ha detto ai giornalisti Paolo Uggé anticipando alcuni dati alla vigilia dell’appuntamento al quale parteciperanno anche il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo, il comandante della polizia stradale Alberto Zantomio e il vicepresidente Interporto Nicola Baldo. “L’Italia ha puntato sulla formazione altamente qualificata delle nuove leve, altri Paesi no. Il dumping sociale passa anche attraverso questi dati: differenze che diventano sostanziali quando si parla di sicurezza”.

 

 

Fonte: STRADAFACENDO

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