News

06 Dic 2016

Brt, arriva La Poste e la Francia sbarca in forze nella logistica italiana

 

Il gruppo francese ha preso una quota di minoranza nel numero uno italiano.

 

Milano -  Si parlerà anche francese lungo l’ultimo miglio dell’e-commerce italiano. Dopo americani (Ups, Fedex) e tedeschi (Dhl e Gls) nel primo trimestre 2017 La Poste France sbarcherà ufficialmente nel nostro paese attraverso l’acquisizione di una quota minoritaria del gruppo Brt, il principale player nazionale nelle consegne di merci comprate online. La scorsa settimana l’Antitrust Ue ha dato il via libera all’operazione che prevede l’ingresso di Geopost-Dpd, il servizio di corriere espresso de La Poste, nel capitale della storica società di spedizione bolognese. Non è stato rivelato il valore del deal né la quota della partecipazione, ma fonti dell’operatore postale francese confermano l’investimento. Per una prima fase il controllo di Brt sarà “congiunto”. Infatti Geopost-Dpd, secondo player in Europa nel segmento B2C (quello delle consegne a domicilio) superato per quote di mercato solo da Dhl, fa il suo ingresso in Italia in alleanza con Corfin14, holding bresciana presieduta da Daniele Bartolini, attuale ceo e principale azionista di Brt. Ma agli operatori del settore riesce difficile pensare che i francesi, presto o tardi, non aumenteranno la propria partecipazione nel gruppo italiano, come del resto hanno fatto in precedenze con le società acquisite negli altri paesi europei. Tant’è che l’arrivo in Italia di La Poste, attraverso la sua controllata Geopost- Dpd, scompagina le carte dell’affollato ultimo miglio della logistica, dove grandi e medie aziende e ora anche startup in bicicletta competono per conquistare quel tratto di strada che separa il mondo virtuale (le piattaforme online) dalle case dei consumatori.

 

La livrea colore rosso del gruppo Brt è un po’ il simbolo delle spedizioni in Italia e l’ultimo dei Mohicani dei corrieri espresso nazionali, ormai quasi tutti finiti in pancia ai big internazionali della logistica. Nata nel 1928 a Bologna come società di trasporti su gomma, portava frutta nelle città emiliane, Bartolini (diventata nel 2011 il gruppo Brt) si è poi trasformata nel principale corriere espresso della Penisola e numero uno per quota di mercato (oltre il 30% secondo alcune stime) nelle consegne degli ordini dell’ecommerce. Una leadership che garantisce all’azienda più di un miliardo di euro di ricavi l’anno, impiegando mille dipendenti diretti in oltre 180 filiali. Anche se i margini, compressi dagli alti costi fissi del business, rimangono risicati, circa 8 milioni di euro, la società è stata a lungo oggetto del desiderio dei competitor e del mondo finanziario. Basti pensare al legame con Mittel, la merchant bank milanese che aveva investito in una partecipazione superiore al 20% nell’azienda bolognese e con cui Brt ancora oggi condivide la sede legale, in piazza Armando Diaz, nel capoluogo lombardo. E poi si è arrivati, nei primi anni Duemila, al fidanzamento con Sda di Poste Italiane, suggellato anche da scambi azionari, con l’obiettivo di creare un grande polo delle consegne, il Consorzio Logistica Pacchi in grado di sfidare, se non ad armi pari almeno in una posizione di maggiore forza, i giganti del settore, come Dhl, Gls o Fedex-Tnt. L’amore però tra Sda e Brt non è sbocciato. E ognuno ha proseguito per la propria strada nonostante i recenti rumor di possibili riavvicinamenti.

 

Il fatto è che il mercato delle consegne domestiche garantisce alti volumi, grazie al traino dell’e-commerce, ma scarse marginalità. Per avere un respiro internazionale, e quindi offrire servizi a maggior valore aggiunto come nell’e-commerce crossborder, il gruppo Brt negli scorsi anni ha poi stretto alleanze con Dpd, il network tedesco ma articolato in tutta Europa con il 13% del mercato B2C, acquisito da La Poste qualche anno fa. Da questa partnership oggi arriva il matrimonio ufficiale. Che, tra l’altro, potrebbe portare tutti i pezzi dell’impero francese delle consegne express sotto le insegne Dpd, come previsto dall’operazione di rebranding annunciata da La Poste negli scorsi giorni. Al di là dei nomi e delle quote azionarie, lo sbarco dei transalpini in Italia si profila come una vera e propria rivoluzione.

 

Geopost- Dpd è una macchina da guerra della logistica B2C che fattura più di 5,7 miliardi di euro, cresce a tassi del 15% l’anno e genera 264 milioni di utile operativo. Nel 2015 la società francese, 33 mila dipendenti, ha lanciato il servizio di consegne in un’ora in 22 paesi europei e ha portato a 22 mila i punti di ritiro, i pick up point, alternativi alle consegne a domicilio. L’alleanza con il gruppo Brt completa così lo scacchiere europeo dei francesi, che ora possono concentrarsi nello sviluppo delle consegne per il commercio elettronico transnazionale, ovvero la possibilità per rivenditori online, come possono essere le Pmi italiane, di vendere le proprie merci in tutto il continente. E la nuova Brt sarà pronta a servire questo mercato. E non solo. Geopost sembra aver accettato a tutto tondo la sfida alla “uberizzazione” del settore e ha cominciato a investire anche in startup del food delivery e ha interesse a sviluppare servizi di consegne anche attraverso piattaforme di sharing. 

 

 

Fonte: LA REPUBBLICA

 

Verizon Connect
Grimaldi Group
sogedim
C2A
SP TRANS
Aziende Green su Transportonline
TN Trasporto Notizie